‘Kiss It Goodbye’, Ticcy: «I sentimenti non sono mai un errore»

Il 14 febbraio, in occasione della Festa degli Innamorati, Edizioni BD ha pubblicato su carta la serie girls love con migliaia di follower su Webtoon Kiss it Goodbye dell’autrice italiana Ticcy. Si tratta di una movimentata storia d’amore, tutta al femminile, nominata per due anni consecutivi ai Webtoon Canvas Award come miglior slice of life. Le protagoniste Aruka e Yukimi, sullo sfondo della città di Kyoto, raccontano in questo volume come si sono conosciute e innamorate, tra difficoltà e vita quotidiana. Di questo e molto altro abbiamo parlato con Ticcy.

Come nasce l’idea di questa storia? Mi incuriosisce il fatto di averlo ambientato in Giappone: è solo per fornire alla storia un contesto da manga o è legato anche a tue esperienze di vita?
«(Ride, ndr) Penso sia dovuto al fatto di far parte di quella generazione cresciuta a pane e Bim Bum Bam. Tanti Italiani sono innamorati del Giappone e della sua estetica per il modo in cui ci veniva presentato negli anime che vedevamo, e io rientro assolutamente nella categoria. Quando ho cominciato la stesura della storia, non ci ho pensato due volte. E il setting è venuto fuori in maniera naturale, così come il design delle protagoniste. Volevo disegnare quella realtà, le divise scolastiche alla marinara, e la campagna del Kansai». 

Ticcy, Kiss It Goodbye e i personaggi di Aruka e Yukimi

Come nascono i personaggi di Aruka e Yukimi, a chi ti sei ispirata?
«Non ho dei veri punti di ispirazione esterni per loro. Penso siano entrambe due aspetti della mia personalità. Aruka, un po’ testarda, testa calda e pronta a menare le mani quando viene ferita nell’orgoglio. E poi Yukimi, più chiusa e insicura ma volenterosa di fare quel passo in più quando vuole veramente ottenere qualcosa. Sono come il giorno e la notte, ma se uno guarda al di là delle apparenze più evidenti, può notare quanto siano simili». 

Il racconto di Aruka e Yukimi e della loro relazione, tra flashback e presente, appare come molto reale e proprio quell’onestà secondo me è la chiave anche della potenza di questa storia: quanto era importante per te raccontare una storia onesta?
«Moltissimo! Mi fa piacere sapere che la mia storia sia stata percepita come realistica: è stato il mio obiettivo fin dall’inizio! Volevo raccontare una storia che si potesse avvicinare a chi prova, o ha provato, il dolore di una cotta non accettata o corrisposta. Quando cresciamo, ci viene ripetuto più e più volte come l’amore dovrebbe essere: lui e lei, bellissimo, perfetto, con la benedizione di tutti e fiori e campane. Ma non è così. L’amore è incasinato, confuso, ci fa fare delle cose stupide, ci fa star bene ma anche male… e quando nell’equazione entra anche il tabù dell’amore gay, in una società conservatrice, è ancora peggio. Ci sente sbagliati, fuori posto, e mortificati di non poter essere come vorrebbero gli altri. E io volevo raccontare questo: di come quei sentimenti che sembrano un errore, in realtà non lo siano. Non c’è nulla di male nell’innamorarsi».

Il softball

Una mia curiosità: come mai il softball (visto che anche il titolo è a tema?)?
«Penso sia nato dal fatto che disegnavo spesso Aruka con una mazza da baseball nelle key-art che facevo, per darle l’aspetto da teppista Sukeban. Ho voluto dare un contesto e un background a quella scelta inizialmente solo estetica, e da lì è nata l’idea di farla diventare una giocatrice di softball con una strana amicizia/rivalità con la sua senpai. Il titolo del fumetto poi è stata una delle ultime cose che decisi, e mi piaceva l’idea di sfruttare il tema del softball per creare un titolo poetico, ma allo stesso tempo divertente. Sono contenta di come alla fine le cose si siano incastrare nel modo giusto!».

Ticcy e le nomination ai Webtoon Canvas Award

Kiss It Goodbye è stato nominato due volte per i Webtoon Canvas Award e in generale è stata apprezzatissima: te lo aspettavi e cosa ti ha più stupito ed emozionato della risposta dei lettori?
«Non mi aspettavo tutta questa attenzione! È stato davvero sorprendente ricevere così tanti commenti e supporto durante la pubblicazione e anche il crowdfunding per la versione cartacea inglese mi ha sorpreso! Non pensavo che una storia come la mia, semplice e relativamente breve, potesse essere così apprezzata. È stato un incentivo per continuare a lavorarci durante la stesura e a fare del mio meglio!».

Come nasce il capitolo extra Primo Appuntamento? Nasce dalla volontà di rappresentare il primo bacio che troviamo appunto in quel capitolo?
«Il capitolo del primo appuntamento era qualcosa che avevo in mente di disegnare a prescindere, ma per la natura della storia originale (ovvero due amiche che raccontano la propria storia ad altre in un ristorante), sarebbe stato innaturale. Ho deciso quindi di tenerlo al di fuori della narrativa a flashback e di presentarlo come un momento a parte, una cosa che è successa, e che ha cambiato per sempre la loro relazione. Pensavo fosse una scena importante da includere, perché le relazioni d’amore non iniziano con la dichiarazione, ma con i gesti e l’intimità che si viene a creare successivamente. E poi, sarebbe stato molto ironico avere un fumetto chiamato Kiss it Goodbye senza nemmeno un bacio (ride, ndr)».