La recente sentenza della Corte di Cassazione, pubblicata il 24 novembre con il numero 47187, ha suscitato preoccupazione nella community dei fan di manga, diffondendo la notizia che in Italia la detenzione di manga per adulti potrebbe essere considerata un reato.
Manga per adulti, la Cassazione mette un freno
Tuttavia, è importante chiarire che la sentenza in questione non riguarda tutti i manga erotici, bensì specificamente quelli che raffigurano scene esplicite di minori, classificandoli come “materiale pedopornografico“.
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La Cassazione, l’ultimo grado di giudizio in Italia, ha emesso questa decisione in seguito a un caso di pedopornografia, in cui l’imputato possedeva sia immagini reali che fumetti hentai raffiguranti minori in pose esplicite. La sentenza ha equiparato entrambi i tipi di materiale, stabilendo che il possesso costituisce un reato punibile con reclusione fino a tre anni e una multa a partire da 1.549 euro.
Un aspetto problematico di questa sentenza è la difficoltà nel determinare l’età dei personaggi di fantasia, poiché spesso non è specificata nei disegni. I giudici suggeriscono che la valutazione dovrebbe basarsi sul disegno stesso, identificando caratteristiche come statura, volto e sviluppo sessuale per determinare se si tratta di soggetti al di sotto dei 18 anni.
Si pone quindi la questione su come gestire situazioni in cui riferimenti sessuali espliciti compaiono anche in manga destinati a un pubblico più ampio. Ad esempio, nel manga Dragon Ball sono presenti scene in cui ragazze minorenni sono ritratte in situazioni borderline. La sentenza si concentra sui manga in quanto caso specifico, ma le indicazioni della Corte potrebbero estendersi a qualsiasi fumetto.
Ciò che ha sancito la Cassazione non vieta in generale i manga per adulti, ma punisce il possesso di quelli che raffigurano scene di nudo minorile, sollevando interrogativi su come applicare tale decisione a opere di più ampia diffusione.
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