Si è conclusa la prima edizione di Oblivion, la fiera del libro, del fumetto e dell’irrazionale, un evento che ha portato nuova linfa al panorama letterario romano. Il 22 e 23 febbraio, la Città dell’Altra Economia di Testaccio si è trasformata in un crocevia di storie, visioni e idee che hanno spaziato dall’horror alla fantascienza, dal weird al fantasy, con un occhio sempre attento al presente e al futuro della narrativa fantastica.
Il format dell’evento si è rivelato efficace: oltre 40 editori indipendenti hanno animato gli stand con le loro proposte editoriali, mentre un fitto programma di panel ha offerto stimoli continui a un pubblico partecipe. Gli incontri si sono basati su un dialogo aperto tra autori e lettori, affrontando tematiche complesse con un approccio dinamico.
I temi di Oblivion
Tra i temi centrali di Oblivion è stato il ruolo della letteratura speculativa nella società. È emersa l’idea che il fantastico non sia solo evasione, ma uno strumento per interpretare la complessità del mondo contemporaneo. Anche il solarpunk e l’ecopunk, ad esempio, sono stati esplorati non solo come generi, ma come visioni politiche che interrogano il rapporto tra tecnologia e speranza.
Spunti originali non sono mancati: dal concetto di “inner space” come frontiera della fantascienza, allo studio del linguaggio e del modo in cui il nome che diamo alle cose ne influenzi la percezione. Persino un’idea estrema come quella del petrolio cosciente ha trovato spazio nelle discussioni più speculative, a dimostrazione di quanto il genere fantastico possa ampliare i confini del pensiero.
Non sono mancate le occasioni per scoprire e riscoprire autori di culto, con ospiti d’eccezione e nuove voci emergenti che hanno dimostrato quanto la narrativa fantastica sia viva e vibrante.
Insomma Oblivion è stato molto più di una fiera. Un’affluenza straordinaria di 4.980 ingressi singoli e una copertura mediatica eccezionale, con oltre 100 testate che hanno dato visibilità alla manifestazione con interviste, articoli dedicati, contenuti video, approfondimenti.
Oblivion Fair è stato anche un premio letterario. La posta in gioco? Non solo una targa, ma anche l’opportunità di essere messi in contatto con degli editori per un pitch. Dopo poche ore dalla premiazione, otto autrici e autori hanno siglato un patto d’onore che porterà a una loro pubblicazione. Le vincitrici e i vincitori sono: Valeria Biuso, Antonio Amodio, Antonio Longo, Filippo Santaniello, Monia Guredda, Laura Scaramozzino, Violetta Longhitano e Jane Fleming.
Un esperimento riuscito di condivisione e contaminazione culturale. Un evento che ha dato spazio a realtà indipendenti e ha mostrato quanto il pubblico sia interessato a nuove prospettive narrative.