Il sottotitolo del libro di Jonathan Giustini ‘Chi si Firma è perduto’ (Iacobellieditore per la collana Pop Story a cura di Francesco Coniglio), presentato a Roma all’Auditorium Parco della Musica nell’ambito del Festival del Cinema dallo stesso autore il poeta Renato Minore, Francesco Coniglio e Roberto Iacobelli, è ‘Ennio De Concini: memorie di un fallito di successo’ e riassume splendidamente il percorso umano ed artistico di questo atipico personaggio.
‘Chi si Firma è perduto’, il libro di Jonathan Giustini su Ennio De Concini
Il premio Oscar del 1963 (per il soggetto e la sceneggiatura di quel capolavoro di Pietro Germi, intitolato “Divorzio all’italiana”) non bastò a lenire l’insoddisfazione dell’autore romano nei confronti di un percorso artistico non cercato e che, probabilmente, lo ha allontanato da quelle che erano le sue vere e reali mire artistiche (la letterature e la poesia). Il tutto viene fuori da questa interessantissima, lunga ed esclusiva intervista fatta a De Concini dal giornalista e scrittore Jonathan Giustini, rimasta nel cassetto vent’anni prima che fosse scoperta e pubblicata da Francesco Coniglio e dall’editore Roberto Iacobelli.
Più che un’intervista, una vera e propria seduta psicoanalitica in più puntate e che si protrae per lungo tempo, dopo un inizio davvero difficile ma perfettamente in linea con il personaggio intervistato. Un empasse sbloccato soltanto grazie al ricorso (da parte di Giustini) ad una frase tratta dal libro “Memorie del Sottosuolo” di Dostoevskij :Io sono un uomo cattivo,sono uno malvagio, altri mi chiamano pazzo. Il giusto ed inaspettato gancio che scioglie il ghiaccio e libera la torrenziale memoria(non è dato sapere se completamente o solo parzialmente rievocatrice di avvenimenti e personaggi reali). Ma tutto ciò è, comunque, perfettamente in linea con l’illusorietà di un mondo, come quello del cinema, generatore di sogni ed emozioni.
Passano così in rassegna incontri straordinari e personaggi come Stanley Kubrick, Roman Polansky, Peter Falk, Pietro Germi, Tinto Brass, Mario Bava, Gillo Pontecorvo, Mario Monicelli, Roberto Rossellini, Franco Zeffirelli etc.etc. Tanta gente, ed allo stesso tempo, nessuno. Così come niente è anche il successo e lo stesso cinema se, come nel caso di De Concini, si è costretti ad un percorso umano ed artistico diversi da quello immaginato.
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