C’è Steven Knight dietro ‘A Thousand Blows’, la nuova serie su Disney+ che racconta la storia di Hezekiah Moscow.

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Se cercate il nome Hezekiah Moscow sui motori di ricerca, la prima immagine a comparire nei risultati sarà quella di un giovane boxer fotografato da Harry Carpenter. Siamo nel 1888 nell’East End londinese: Moscow è un ragazzo giamaicano – di origini cinesi – che, negli ultimi anni dell’800, si fece un certo nome nella capitale britannica come campione di boxe. Squattrinato e spesso ai margini, Hezekiah – il domatore di leoni – girava Londra negli stessi anni in cui tra i vicoli imperversavano le 40 Elephants, gang di sole donne che – tra il 19esimo e il 20esimo secolo – con furti e colpacci faceva impazzire la polizia londinese.

È una storia assurda, ma assolutamente vera. Quando Steven Knight se l’è ritrovata tra le mani – tra l’altro nel periodo in cui ancora lavorava a Peaky Blinders – quasi non gli sembrava vero. «Volevo raccontare una storia ambientata nel 1880, un periodo in cui la posta in gioco era molto alta. – dice proprio Knight – È un pezzo di storia della classe operaia e di come spesso prova a fuggire dal proprio destino».

A Thousand Blows: la storia (in parte vera) di Hezekiah Moscow e delle 40 Elephants

L’idea e l’immagine di Hezekiah Moscow è stata offerta a Knight da Stephen Graham, che rivestirà poi un ruolo fondamentale nella serie che ne è scaturita. «La realtà ci dava già questa storia inaspettata e straordinaria. – dice Knight – Volevo raccontare anche da tempo la storia delle 40 Elephants. Mary Carr e Hezekiah vivevano a Londra nello stesso periodo: cosa sarebbe successo se si fossero incontrati?».

Sono queste le premesse che hanno portato – dunque – alla serie A Thousand Blows, che dal 21 febbraio debutta su Disney+ in sei episodi. Ad interpretare Hezekiah Moscow troviamo Malachi Kirby, mentre Francis Lovehall veste i panni del suo migliore amico Alec Monroe, anch’egli realmente esistito. Tra i pugili, il già citato Stephen Graham (nei panni di un memorabile Sugar Goodson) e James Nelson-Joyce in quelli di Treacle. Nessuno degli attori che abbiamo intervistato – lo precisiamo – aveva mai sentito parlare di Hezekiah Moscow e delle sue gesta.

«Non sapevo nulla di Sugar Goodson, di Mary Carr, delle 40 Elephants o di Hezekiah Moscow. – ci dice Jason Tobin, che interpreta il saggio Mr. Lao – Mi è piaciuto molto leggere la sceneggiatura, mi ha permesso di conoscere questo periodo di tempo e questi personaggi. Informandomi sulle 40 Elephants ho solo pensato che fosse stimolante pensare a queste donne in quell’epoca. E poi Hezekiah Moscow: c’era un giamaicano a Londra che aveva una discendenza cinese. È incredibile. Dare quei personaggi nelle mani di qualcuno come Steven Knight per scriverne porta a qualcosa di molto speciale».

La boxe e la sopravvivenza dentro e fuori dal ring

Nella serie, le vicende di Hezekiah e quelle di Mary Carr si intrecciano dando vita ad una fotografia molto brutale di quel preciso periodo storico. Da un lato la boxe – clandestina e vittoriana – e dall’altro rapine e violenza. «I personaggi sono così ben disegnati fuori dal ring, che il pubblico viene tirato dentro il loro mondo e nelle sofferenze che devono superare. – ci dice Daniel Mays (che interpreta William Punch Lewis) – Fanno tutti parte di questa battaglia di sopravvivenza che, in un certo senso, aumenta i combattimenti reali che potrebbero accadere sul ring. Se non ti interessano i personaggi, non ti interessa la serie».

Proprio come sottolinea Francis Lovehall, di fatto, Steven Knight crea un’atmosfera cupa e violenta in cui tuttavia il pubblico segue piuttosto «le speranze e i sogni» di Hezekiah e Alec. «Arrivano a Londra con un sogno. – spiega l’attore – E cercano di ottenere ciò che desiderano».

Per quanto riguarda la boxe, la preparazione è stata massiva. «Prima di iniziare le riprese – dice James Nelson-Joyce – abbiamo avuto sei settimane per allenarci l’uno con l’altro. Eravamo io, Francis, e Malachi e Stephen. Abbiamo costruito una palestra sul set con i pesi e un ring. Andavamo lì per imparare la vecchia posizione vittoriana della boxe a mani nude. È diverso da come ti muovi ora. Soprattutto, però, abbiamo basato il nostro stile di combattimento sulle nostre caratteristiche: Treacle è un po’ uno showman, mentre Alec ama la scienza della boxe».

Storie di vite ai margini

Il risultato è eccellente e, nello stesso tempo, spiazzante. I mondi di Steven Knight sembrano raccontare sempre il lato oscuro della medaglia. Eppure, in mezzo a tanta violenza, c’è sempre il barlume della speranza. «Ammiro davvero come tutti i personaggi stiano combattendo per amore. – dice Lovehall – Penso che sia il centro, la vera linea che conta per tutti. Spesso, anche attraverso la violenza e il conflitto, c’è amore. A volte nella vita possiamo dimenticare che è ciò che spinge la maggior parte delle persone. Anche attraverso le emozioni che troviamo meno desiderabili, come la gelosia, l’odio o l’invidia. C’è amore, desiderio, il sogno di fare meglio».

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Personaggi duri e – nello stesso tempo – fragili. Soprattutto, però, A Thousand Blows ci dimostra come spesso le storie di chi non ha mai avuto i mezzi – per quanto incredibili – restino ai margini. A Thousand Blows è storia di sopravvivenza, ma anche di persone che si ribellano allo schema sociale: dinamiche che sembrano immanenti in qualsiasi società odierna. «Tutti sentiamo la pressione della società, della famiglia, della cultura in cui sei cresciuto. – dice Jason Tobin – Lao dice a Hezekiah di non farsi definire dalla società. Intende consigliargli di essere se stesso, di fare le sue cose, di definirsi. Non lasciare che la società lo limiti. Vale allora come adesso».

La storia delle 40 Elephants

Nel caso delle 40 Elephants è un assunto ancora più valido, perché – attraverso il puro entertainment – Steven Knight sembra finalmente raccontarci una storia di donne protagoniste della loro stessa vita. In questo caso sì, desiderose di definirsi senza lasciare che sia la società a farlo. Morgan Hilaire (nella serie Esme Long) ci consiglia in proposito il libro Alice Diamond and The 40 Elephants di Brian McDonald. «È un libro fantastico. – dice Darci Shaw (Alice Diamond) – Fornisce un buon contesto storico del tempo e ti fa capire come le persone vivevano e quanto è stato difficile. Penso a quello che hanno dovuto fare per sopravvivere e le condizioni in cui vivevano. Stavano in 8 in una stanza, in case popolari. Queste ragazze in un certo senso si costruirono una vita da sole. Lo trovo d’ispirazione».

«Adorabili signore», come le definisce Hannah Walters, ma pur sempre criminali. «Agivano nell’ombra perché, se fossero state catturate, le conseguenze sarebbero state fatali. – dice la Hilaire – Ma cosa spingerebbe qualcuno a voler fare qualcosa del genere? O in quali condizioni dovrebbero vivere per avere questa come unica opzione? Ognuna di loro affronta una battaglia silenziosa». 

«Non stiamo glorificando il crimine in alcun modo. – aggiunge la Walters – Queste donne stavano facendo questo però perché era un mezzo per un fine. Era il loro unico modo di sopravvivere e penso che, per far sì che il pubblico simpatizzi con delle criminali, sia necessario portare altri aspetti in questa storia».

È pur vero che A Thousand Blows – con la storia (vera) delle 40 Elephants – ci offre anche una gradita pausa dal femminile spesso dipinto in serie o film ambientati nell’Inghilterra vittoriana. Qui non c’è galateo, corteggiamenti, gara alla maggior virtù. «È il motivo – continua Hannah Walters – per cui siamo felici di poter raccontare le storie di queste donne che non sono mai state raccontate prima. E che grande parte della storia sono state! Io propongo un giro di applausi».