‘Billy & Molly: An Otter Love Story’ è disponibile su Disney+: la nostra intervista a Billy, Susan e al regista Charlie Hamilton James.

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Nel cuore delle Shetland scozzesi, un bel giorno Billy e sua moglie Susan si trovano davanti alla porta una lontra affamata e in cerca di cibo. Inizia quasi per caso la storia narrata dal documentario Billy & Molly: An Otter Love Story, prodotto da National Geographic e Silverback Films e disponibile su Disney+. Diretta da Charlie Hamilton James e girata in 4K, la storia dell’amicizia tra la lontra Molly e Billy e Susan è un viaggio emotivo che mostra anche una nuova via per l’essere umano di rapportarsi alla natura che lo circonda. Charlie Hamilton James, già amico della coppia, ha trovato la loro storia semplicemente irresistibile. «Abbiamo un amico in comune, Bruce, che stava aiutando Billy e Susan a costruire la loro casa. – dice il regista – Continuava a mandarmi foto e video su WhatsApp di questa fantastica lontra che passava il suo tempo insieme a Billy. Sono salito in macchina e ho guidato fino alle Shetland per incontrarli. Ed è nato tutto così. All’epoca non cercavo una storia, è stata la storia a trovare me».

Specializzato in video e progetti sugli animali selvatici, per Charlie conoscere Molly è stato quasi illuminante. «Tendo a realizzare film emotivi sugli animali selvatici ed è una cosa che mi porto sempre dietro. – ci racconta – In questo caso, abbiamo semplicemente iniziato a riprendere ciò che stava accadendo nel modo più veloce possibile. E credo che l’elemento emotivo venga fuori dall’amicizia tra noi tre e Johnny, l’altro cameraman. Così come dalla fiducia che Billy e Susan hanno riposto in me. Siamo molto uniti e penso di aver visto un lato diverso della loro storia rispetto a loro. Da regista, per me è molto interessante. Non è semplicemente un film su un uomo che nutre una lontra, ci sono tantissime sottotrame emotive».

(National Geographic/Johnny Rolt)

La storia di Billy e Susan e del loro incontro con la lontra Molly

Inizialmente, Billy e Susan erano titubanti in merito all’idea di farsi immortalare in un documentario («Non volevo stare dalla parte sbagliata della telecamera», scherza Billy), ma poi l’hanno considerata «un’opportunità»: «Perché non condividere la gioia di questa storia con altre persone?», commenta sempre Billy. «All’inizio non pensavo che potesse essere un film interessante. – aggiunge Susan – Un uomo che dà da mangiare a una lontra, la lontra che scappa… Poi abbiamo pensato che almeno avremmo immortalato tutto. Stavamo già girando qualcosa per conto nostro, ma cosa te ne fai di centinaia di video e foto sul cellulare?».

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Nel processo di realizzazione del doc, per la coppia è stato tuttavia sorprendente scoprire nuovi aspetti di Molly e anche di se stessi. «Non ci sono libretti di istruzioni su come nutrire una lontra affamata. – ci racconta Billy – Io però ho trascorso i primi 17 anni della mia vita in una piccola fattoria, quindi comprendo gli animali domestici e anche quelli selvatici. Lo vedi se è un animale è in salute o se sta male. I suoi bisogni sono basici: cibo, acqua, calore. Quando è arrivata Molly, era chiaro che stesse morendo di fame, ma non sembrava malata. È stato semplice quindi decidere di nutrirla. E credo che tutto ruoti proprio intorno al cibo».

(National Geographic/Jeff Wilson)

Una storia «bella»

«All’epoca non me ne sono accorta. – aggiunge Susan – L’ho capito dopo ripensandoci e guardando il film: più dai e più ricevi. Qui è successo esattamente questo: Molly cercava solo cibo e Billy, che ha un cuore diverso dal mio, glielo ha dato. Probabilmente io non avrei fatto lo stesso. Ora se Billy non c’è sono io invece a nutrirla, ed è un’impicciona! Un giorno sono tornata con la spesa, l’ho poggiata a terra e ho trovato Molly in una busta. Questi episodi arricchiscono la tua vita e Molly ha aumentato la nostra consapevolezza su questo e sulla natura che ci circonda». Sul tema interviene anche Charlie, che per girare il doc ha vissuto con Molly e Susan: «Da osservatore – commenta – posso dire che questo animale ha arricchito tantissimo la vita di Billy e Susan, anche se non lo sa. Mi piace molto questo aspetto: anche un cane, del resto, ci rende felici ma non ne è consapevole».

Billy & Molly: An Otter Love Story può dunque aiutarci a migliorare il nostro atteggiamento verso il mondo che ci circonda? «Volevamo semplicemente realizzare un film che facesse sorridere le persone. – dice Charlie – Viviamo in un mondo triste, le news sono deprimenti e siamo continuamente bombardati dalla negatività. Questa storia è bella». «Puoi guardare il doc e godertelo – conclude Billy – immaginare di essere uno dei protagonisti. Solo questo. Ma se le persone imparano a connettersi con la natura in modo diverso, con tutte le attenzioni del caso, sicuramente è positivo».