La nostra intervista a Joachim Rønning, regista de ‘La Ragazza del Mare’, il film che narra la vera storia di Trudy Ederle.

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È disponibile dal 19 luglio su Disney+ La Ragazza del Mare (The Woman and The Sea), che racconta la straordinaria storia vera di Trudy Ederle, la prima donna ad aver attraversato a nuoto il canale della Manica. Il film, uscito nelle sale statunitensi e inglesi il 31 maggio 2024, vede Daisy Ridley nei panni dell’abile nuotatrice nata da genitori immigrati a New York nel 1905. Grazie al fermo sostegno della sorella maggiore e degli allenatori che l’hanno incoraggiata, superò le avversità e l’ostilità di una società patriarcale per scalare i ranghi della squadra di nuoto olimpica e completare un’impresa sbalorditiva: una nuotata di 21 miglia dalla Francia all’Inghilterra.

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La Ragazza del Mare è diretto da Joachim Rønning, scritto da Jeff Nathanson e basato sul libro Young Woman and the Sea: How Trudy Ederle Conquered the English Channel and Inspired the World di Glenn Stout. «Non conoscevo la storia di Trudy Ederle e questa cosa mi ha sconcertato. – ci dice subito il regista – Ho letto per la prima volta la sceneggiatura di Jeff Nathanson basata sul libro di Glenn Stout dieci anni fa. Ci abbiamo messo 10 anni a fare questo film, o almeno a provarci. Ero sconcertato perché quando è successo è stato un evento enorme. Probabilmente in qualche modo ha cambiato lo sport femminile per sempre».

La Ragazza del Mare e la storia di Trudy Ederle

La storia di Trudy, per Joachim Rønning, andava quindi obbligatoriamente raccontata «per le mie figlie e per tutte le figlie del mondo»: «È un film drammatico, ma c’è anche tanto cuore. – aggiunge – È divertente, pauroso, ma più di tutto ti commuove e ti ispira. Ed è ciò che cerco in ogni film». Rønning – già regista di Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar – non è del resto nuovo ai film acquatici. Ma, in questo caso, l’Oceano è un vero e proprio antagonista. «È quasi un cliché dire che l’Oceano sia un personaggio, ma in questa storia è proprio così! – commenta – Rappresenta tutti gli ostacoli della protagonista. Simboleggia quasi il cattivo e per me era molto importante girare nel modo più reale possibile». Per fortuna – sottolinea il regista – c’era Daisy Ridley, «che ha dato veramente tutto nell’interpretare Trudy Ederle in mare».

«A un certo punto – continua – credo che abbiamo proprio capito come sarebbe potuto essere e come sia stato per Trudy. Ovviamente noi non abbiamo rischiato la nostra vita, ma spero che il pubblico possa in qualche modo sentire che abbiamo provato a renderlo il più reale possibile». Infine, chiediamo al regista una curiosità: ma è vero che ha fatto guardare a tutto il team Il Padrino per entrare nel mood del film? «Abbiamo visto Il Padrino 2, perché è ambientato a New York nello stesso periodo della nostra storia. Parlo della parte di Robert De Niro. – ci risponde – Volevo che ci fossero le stesse sensazioni. Sì, ho fissato le aspettative molto in alto. Ma è stato anche un evento sociale, ho chiamato la crew, abbiamo visto il film e abbiamo legato tra noi, sognando di poterci avvicinare a quello standard».