La nuova stagione di Vita da Carlo è finalmente su Paramount+ e, tra le new entry nel cast, spiccano Sangiovanni e Ludovica Martino. Entrambi interpretano se stessi, o almeno personaggi che portano il loro nome. Tra il personaggio e la persona però spesso – si sa – può esserci un abisso.
«Interpretare se stessi è una bella sfida. – ci dice infatti Ludovica – Nel mio caso il personaggio è molto diverso da me, ma del resto faccio questo lavoro per nascondermi. Quando ho letto la sceneggiatura, mi sono intimorita perché il personaggio non mi rappresenta per niente. Poi ho pensato che sarebbe stato divertente interpretare una me stessa che non esiste. È scorbutica, maleducata, arrogante, antipatica. Era la prima volta che facevo un personaggio intollerabile. In realtà mi sono divertita e mi ha dato un senso di libertà pazzesco».
Più lieve l’esperienza di Sangiovanni, la prima alle prese con la recitazione. «Per me è stato quasi un vantaggio. – ci dice infatti – Non sapendo recitare, sarebbe stato difficile altrimenti. Sono stato me stesso, molto spontaneo e sincero. Tanto di quello che c’è viene proprio da me, dal mio intimo. Ho deciso io di metterlo, pensando fosse più efficace. Scrivo musica e canto la mia vita, non ho problemi a far vedere chi sono nel bene e nel male».
Ludovica e Sangiovanni – in Vita da Carlo – sono in fondo personaggi caricaturali, che mostrano la capacità dei due artisti anche di ironizzare su se stessi. «La cosa più difficile – commenta Ludovica – è stata non ridere e rimanere seria mentre dicevo battute veramente da scema. Vedevo le loro facce che mi facevano troppo ridere. Rimanere seria e darmi un tono mentre loro ridevano è stato difficile». «Ci sono scene che, se ci ripenso, non so come abbiamo fatto a farle», chiosa Sangiovanni.
Infine, i due giovani attori elogiano Carlo Verdone. «Ha apprezzato l’umiltà mia e di Sangiovanni. – dice Ludovica – E anche il fatto che abbiamo lavorato con dedizione stando in ascolto. Ci ha ringraziato per questa cosa. Protegge molto i suoi attori ed è molto umile».