È disponibile su Prime Video ‘Autumn Beat’: abbiamo incontrato il regista Antonio Dikele Distefano e il cast.

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Autumn Beat, dal 10 novembre su Prime Video, è un film che segna tante prime volte, a partire da quella alla regia. Scrittore, autore e sceneggiatore, ora Antonio Dikele Distefano può aggiungere nel suo curriculum anche la voce regista. “È il mio esordio alla regia – ci racconta – il romanzo Qua è rimasto autunno l’ho scritto dopo aver lavorato alla sceneggiatura insieme a Massimo Vavassori. La difficoltà più grande un po’ per tutti è stata affrontare la prima volta, però ci siamo divertiti. Abbiamo fatto tantissime prove, siamo rimasti due o tre mesi a provare e riprovare ed è stata una bellissima esperienza”.

Autumn Beat
Foto da Ufficio Stampa Prime Video

Il nuovo film Original italiano è il ritratto della seconda generazione di neri italiani sullo sfondo di una Milano a ritmo di rap. “La musica è importantissima nel film”, ci conferma Antonio Dikele Distefano. “Quando ho iniziato a lavorare ho chiesto ai ragazzi di ascoltarsi le canzoni. Raccontiamo tre periodi storici diversi e loro sono molto giovani, quindi quel 2011 che raccontiamo l’ho vissuto più direttamente io”.

“Hanno fatto molta scuola ma è stato veramente bello, soprattutto perché Hamed (Seydou) non aveva mai rappato prima mentre all’interno del film si fa tre belle rappate. Quindi in studio ci siamo proprio divertiti”, aggiunge. E il giovane attore che veste i panni di Tito chiosa: “La difficoltà più grande è stata il ritmo. Mi sono basato molto su ciò che aveva scritto Johnny Marsiglia, che è molto ritmico. Quindi seguirlo non era molto semplice”.

“Con questo film volevo semplicemente aggiungere una storia che potesse raccontare anche la musica, che a me piace tantissimo”, spiega il regista. “E che raccontasse anche Milano, la città che mi ha adottato. Era un po’ un sogno, la storia di questo rapper black nella Milano del 2010”.

Autumn Beat
Locandina da Ufficio Stampa Prime Video

Il rap, Milano e quei momenti da cui non si torna indietro

“La Milano del film e quella reale del 2010 sono molto simili”, ci racconta Abby 6ix che in Autumn Beat interpreta Paco. “Io in quel periodo avevo quattordici anni e sinceramente non ascoltavo molto il rap italiano anche perché non si vedevano volti che assomigliavano al mio. Sapevi magari di nomi underground che provavano a farcela ma non venivano mai fuori. E quella è una parte della città che mi piace molto, fa vedere un’industria non ancora pronta così come il pubblico e gli stessi addetti ai lavori”.

“È stato bello lavorare con artisti importanti della scena, non ti capita tutti i giorni di recitare con Guè, una leggenda del rap italiano. È molto simpatico, super umile”, continua Abby 6ix.

Nella pellicola, infatti, si fa quasi fatica a contare i camei illustri che si alternano, da Guè a Ernia, da Sfera Ebbasta a Tredici Pietro. E sono tante anche le frasi che meritano una riflessioni, come quella che inaugura la prima scena e che giriamo al regista e al cast. Recita: “ci sono momenti da cui non si torna indietro”, qual è stato il loro?

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“Per me è stato quando ho beccato per la prima volta il direttore della narrativa in Mondadori”, risponde Dikele Distefano. “Mi ha dato il suo biglietto da visita e mi ha detto: ‘ti pubblichiamo il libro’. Ti dico solo che all’inizio ero convinto si chiamasse Amadori quindi non sapevo proprio niente”. “Io credo di non aver ancora avuto ancora quel momento lì”, riflette invece Abby 6ix. “Credo che potrebbe essere quando ho deciso di fare musica e di concentrarmi solo su una cosa per portarla a termine”.

“Io vado ancora più indietro, nella mia infanzia”, ci dice Geneme Tonini (Ife). “Ricordo quando sono arrivata in Italia, in una famiglia di genitori adottivi. ho capito che la mia vita da orfana o comunque da bambina africana non c’era più. Era cominciata un’altra fase”. Chiude il giro, Hamed Seydou: “Per me è stato quando ho capito che non sarei più diventato un calciatore, era il mio obiettivo. Quando, però, mi sono scontrato con giocatori della primavera delle squadre italiane di Serie A mi sono reso conto che c’era un gap che non ero in grado di superare. Ho capito che dovevo inventarmi da zero un nuovo sogno da vivere”.

Locandina e foto da Ufficio Stampa Prime Video Italia