Fabrizio Bentivoglio, Carla Signoris e Roan Johnson ci raccontano la seconda stagione di ‘Monterossi’, tra crime e una Milano oscura.
Dal 10 novembre arriva su Prime Video la seconda stagione di Monterossi – La serie, diretta da Roan Johnson e prodotta da Palomar in collaborazione con Prime Video. Nei panni di Monterossi troviamo sempre Fabrizio Bentivoglio, stavolta alle prese con i crimini di un serial killer che sconvolge la Milano bene. Tratta dal romanzo Torto marcio di Alessandro Robecchi (edito da Sellerio Editore), questa seconda stagione approfondisce ancora di più la natura dei personaggi e la dicotomia tra Monterossi e Flora, interpretata da Carla Signoris.
Una dinamica molto accesa quella tra i due personaggi, che in parte è riflesso forse di un’antitesi sociale: empatia da un lato, cinismo dall’altro. Ma esiste nella realtà – o potrebbe esistere – un personaggio come Monterossi? «Per la proprietà transitiva – ci risponde Bentivoglio – se è vero che Robecchi lavora in televisione, Monterossi è credibile. Non si scappa, c’è qualcuno che lavora così in televisione. Si trattava piuttosto di restituirlo in maniera credibile. Non era semplicissimo pensando alle schiere di lettori che negli anni si erano affezionati al personaggio e se l’erano anche immaginato. A quel punto diventa complicato convincerli che Monterossi è questo. Essere stato riconosciuto da Robecchi che è l’autore, però, mi ha tranquillizzato».
«Conosco bene i romanzi. – aggiunge Carla Signoris – Sai, quando leggi un libro ti immagini chi interpreterebbe un personaggio e Bentivoglio era perfetto. Flora, invece, è il mio opposto e sono felice che sia venuto in mente a qualcuno. È un personaggio lontanissimo da me, ma non dalle mie corde perché tendiamo a rappresentare ciò che non siamo. Infatti vorrei litigare di più con Monterossi ma, per questo aspetto, sto aspettando l’ultimo romanzo».
«I primi provini li abbiamo fatti a delle vere persone della tv, anche perché avevo bisogno di capire quel mondo. – ci dice Roan Johnson sul tema – Raccontare la tv è difficilissimo, perché quella televisione è già parodia di se stessa. Fare satira quindi è scivoloso. I provini mi hanno aiutato a capire il personaggio e a realizzare che serviva un’attrice con la A maiuscola. Carla mi ha raccontato i dietro le quinte a cui ha assistito in tv. Non solo sapeva interpretare questo ruolo, ma poteva anche aggiungere dettagli qui e là che avrebbero reso la cosa veramente verosimile e importante. Di questo racconto della tv e di Flora mi piace che se ne veda sempre un po’ di più il prima, le riunioni di lavoro…». «I fuorionda possono fare tanto», ironizza l’attrice.
Monterossi e il paradosso di Milano
Infine, altra protagonista della serie è come sempre Milano. In questa seconda stagione è ancora più oscura e ricca di ombre. «Partiamo da romanzi – dice il regista – che sono satira sociale, ma anche crime. In questo Milano si adatta molto bene, perché ha un’escursione termica tra i casermoni e gli studi televisivi, aspetti che mettono in scena il paradosso che è Milano. Ma in fondo raccontiamo tutte le metropoli del capitalismo avanzato».