Tutto è pronto per la seconda stagione di Sono Lillo, che debutta su Prime Video giovedì 19 settembre. La serie comedy è diretta da Eros Puglielli con protagonista Lillo Petrolo. Al suo fianco Pietro Sermonti, Sara Lazzaro, Katia Follesa, Marco Marzocca, Cristiano Caccamo, e con la partecipazione di Paolo Calabresi e Corrado Guzzanti. Sono Lillo 2 è prodotta da Lucky Red in collaborazione con Prime Video.
«Non c’era qualcosa che mancava sinceramente nella prima stagione. – ci dice subito Eros Puglielli – La prima crea lo spazio perché la seconda possa esistere». «Non abbiamo lavorato pensando a cosa non abbiamo raccontato nella prima stagione. – aggiunge Lillo – La prima ha un suo arco che si chiude. Abbiamo pensato a come portare avanti questi personaggi stupendi e che amo, al di là del fatto che siamo noi ad averli messi in scena. Quando ti affezioni ai personaggi devi solo capire dove collocarli. C’è il multiverso, ma secondo me sono perfetti in ogni situazione li metti».
Sono Lillo 2: la realtà come fonte di ispirazione
Scritta da Lillo Petrolo, Matteo Menduni, Tommaso Renzoni e Matteo Calzolaio, la nuova stagione in 6 episodi racconta una nuova assurda avventura. Grazie a Posaman, il supereroe più supereroe di sempre, Lillo gode ormai di enorme popolarità. Ma sul set americano del suo prossimo film, scopre che Sergio ha ceduto tutti i suoi diritti d’immagine per un kolossal su Posaman supereroe camorrista. Disperato, cercherà in tutti i modi di svincolarsi dal film che finirebbe per distruggere la sua carriera. A complicare le cose si aggiungeranno problemi di identità e di cuore con il ritorno di Marzia dal Giappone, maledizioni e varchi dimensionali.
«Soprattutto la realtà è fonte d’ispirazione. – dice Lillo – C’è sempre, in qualsiasi opera surreale di fantasia, un richiamo alla realtà. Il fantastico si presta a diventare metafora, è un vestito. Se pensiamo alle storie dei supereroi, sono racconti di vite normali coi superpoteri. È il motivo del successo di Spider-Man: perché è un ragazzo pieno di problemi adolescenziali, ha tanti dubbi. Però è Spider-Man! È questo che funziona sempre di più».
Chiediamo, in proposito, a Pietro Sermonti quanto ci sia di reale nel personaggio di Sergio Locatelli. «Grazie a Dio non somiglia a nessun agente con cui ho lavorato. – risponde – Di Sergio mi piace tanto la sua fisicità da orso infantile e il mistero che si nasconde nel rapporto tra questi due, che non ha senso. È nocivo per entrambi. Il perimetro della sua faccia da culo me lo fa amare».
Nella seconda stagione di Sono Lillo, c’è anche uno spaccato di Napoli. «Quei personaggi – dice Eros Puglielli – li abbiamo già conosciuti nella prima stagione. Nella seconda, sono lo zombie che esce dal tombino e riporta Lillo in un mondo da incubo, perché deve fare la cosa che odia». «Questi malviventi ci sono piaciuti – aggiunge Lillo – e ci hanno fatto ridere. C’era la voglia di riportarli dentro e riaverli». Infine, sulle scene di stand up comedy, Lillo chiosa: «C’è un minimo di volontà di far coincidere la prestazione comica dello stand upper con il tema della puntata. Basta che loro ci dicono più o meno i temi del monologo e noi troviamo il più adatto».