Arriva in Italia dal 1° agosto, in esclusiva su discovery+, il documentario dedicato allo scontro colossale tra Taylor Swift e Scooter Braun.

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Mentre i fan italiani che sono riusciti ad accaparrarsi uno dei desideratissimi biglietti per i due show sold out a San Siro fanno il conto alla rovescia, discovery+ annuncia un nuovo contenuto dedicato a Taylor Swift. Dal 1° agosto, in esclusiva sulla piattaforma, arriva Taylor Swift vs Scooter Braun: Bad Blood (due parti) che ripercorre la contesta discografica più importante degli ultimi anni.

La faida che ha visto opporsi Swift e Braun ha messo in luce tematiche delicate del sistema musicale, cambiando in maniera definitiva l’industria. Nel documentario avvocati, giornalisti e persone vicine ai diretti interessati approfondiscono la vicenda trattando argomenti quali diritti musicali, dinamiche di genere e influenza dei fan. Era, infatti, il 2019 quando l’imprenditore americano e talent manager acquistò l’etichetta Big Machine Records e con essa i primi sei album di Taylor.

Taylor Swift vs Scooter Braun: Bad Blood
Key Art da Ufficio Stampa

La copertura mediatica della trattativa fu colossale e divise l’opinione pubblica. Da una parte chi sosteneva fosse un esempio di sfruttamento delle donne nell’industria dell’intrattenimento. E, dall’altra, chi era convinto del fatto che Taylor abbia istigato la sua fanbase per riformulare un accordo che non le andava a genio.

Il primo episodio

Il primo episodio parte con l’ascesa di Taylor Swift ad artista musicale più celebre della sua generazione. Il giornalista e amico Brian Mansfield racconta. “Taylor ha continuato a crescere insieme ai suoi fan. Ma al tempo stesso ha iniziato a conquistare quella tipologia di pubblico che quando era ancora un’adolescente non le aveva mai prestato attenzione. Così, non solo è riuscita a fare il salto da popstar adolescente a grande star della musica adulta, ma è, addirittura, diventata ancora più grande”. Secondo lui, è stata questa autenticità a far sì che i suoi fan le rimanessero accanto: “ha trovato un modo per entrare in contatto con persone che avevano appena iniziato ad ascoltare la sua musica. E trasformarle in ammiratori che hanno iniziato a considerarla un’amica”.

Zack Hourihane, appassionato e conduttore di podcast, aggiunge: “Taylor Swift è la migliore amica del mondo”. E le attribuisce “un’abilità unica come autrice e interprete nel raccontare qualcosa di molto personale e farlo sembrare generale o universalmente valido”. 

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A proposito della faida Swift – Braun, Taylor sarebbe stata estromessa dal suo stesso catalogo musicale e presa alla sprovvista dalla sua casa discografica. La dottoressa Amelia Morris, teorica della cultura presso l’Università di Exeter, sostiene che la cantante nel corso della sua carriera abbia dovuto affrontare la misoginia. “Le donne nel pop sono state storicamente e erroneamente ritratte come semplici ingranaggi della macchina”.

Continua dicendo che Taylor “è stata oggetto di molta misoginia, giudicata per chi frequentava. I tabloid scrivevano ossessivamente di lei, veniva rappresentata come la coniglietta. Una che esce con qualcuno solo per poi poter scrivere una canzone su quel qualcuno. E questo riflette perfettamente il doppio standard di come si giudicano i musicisti celebri. Non sta facendo nulla di diverso da quanto artisti come i Beatles o Harry Styles hanno fatto nel trattare la loro vita sentimentale nelle loro canzoni. Ma se per alcuni artisti questo è considerato catartico, le canzoni di Taylor Swift sono giudicate come il risultato di un certo vittimismo”.

Taylor Swift
Photo by Matt Winkelmeyer/Getty Images for The Recording Academy da Ufficio Stampa

Il secondo episodio

La seconda parte del documentario esplora, quindi, la versione dei fatti secondo il punto di vista di Scooter Braun. Il giornalista Zing Tsjeng afferma: “Penso che tutto quanto si riduca a capire da che parte stare. Se ti schieri dalla parte di Scooter, Taylor è solo qualcuno che utilizza la sua fanbase, per passare come vittima e distruggere un accordo che, a detta di tutti, è finanziariamente e commercialmente valido”.

La dottoressa Jennifer Otter Bickerdike, autrice e accademica, sottolinea: “Una cosa davvero interessante del fenomeno Taylor Swift è che tutto sembra perfettamente orchestrato per controllare la storia e il marchio”. E sempre secondo Bickerdike, in occasione dei Women in Music Awards del 2019, ritirando il premio Taylor avrebbe potuto scegliere di celebrare le donne, invece “lo ha usato ancora per attaccare il suo nemico”, attirando l’attenzione sullo scontro legale della vendita dei suoi master.

Il documentario mostra anche il punto di vista di chi sostiene che Swift avrebbe aizzato i suoi fan con un post di Tumblr scrivendo fate sapere a Scott Borchetta e Scooter Braun come la pensate, che potrebbe aver portato a minacce e molestie online. “È un fenomeno davvero interessante, in cui lei è la vittima ma è anche sempre stata la vincitrice, come se alla fine riuscisse ad avere sempre la meglio”, dice Nola Ojomu, Senior Entertainment Reporter del Daily Mail.

Nel 2020 Scooter decise di vendere i master della popstar a Shamrock, gruppo di private equity di proprietà della Disney, introducendo una clausola nella vendita. Grazie a questa, ancora oggi continua a trarre profitto da qualsiasi guadagno. Continua Ojomu, “lei si vendica sempre. E lei stessa ci ha scherzato su, l’ha detto nelle sue canzoni, Karma, guarda cosa mi hai fatto fare. Aspetta e pianifica la sua vendetta che una volta realizzata è perfetta”.

Immagini da Ufficio Stampa