Domenica 14 gennaio 2024 sul NOVE, e in streaming su discovery+, Fabio Fazio ha ospitato in esclusiva a Che Tempo Che Fa Sua Santità Papa Francesco. Sono stati tanti i temi toccati, a partire dall’attualità che non può che portare alle guerre in corso, dall’Ucraina a Israele e Gaza fino allo Yemen e tutte i conflitti dimenticati. “C’è un’apparente autodistruzione, è difficile fare la pace, non so perché. Quando nel 2014 sono andato a Redipuglia ho visto il risultato di quella strage e ho pianto. Ogni primo novembre vado in un cimitero a celebrare; quando sono andato ad Anzio c’erano ragazzi giovani, tutti morti”.
“L’ultima volta sono andato al Cimitero Inglese, guardavo le età e pensavo alle mamme che ricevono quella lettera”, ha proseguito Papa Francesco. “‘Signora ho l’onore di dirle che suo figlio è un eroe…’. ‘No, io voglio il figlio, non l’eroe’. E pensiamo a cosa significa una guerra, pensiamo allo Sbarco in Normandia di cui è stato celebrato tempo fa l’anniversario ma sulla spiaggia della Normandia sono rimasti 20.000 ragazzi… questa è la guerra!”.
In un quadro attuale tanto doloroso, che spazio può avere allora la pace? “La speranza è come la forza che ci porta avanti. La speranza non delude, mai. C’era la Turandot che diceva che deludeva… ma adesso la speranza non delude, mai delude. Dobbiamo aggrapparci alla speranza. L’immagine della speranza è l’ancora, che tu la butti e vai avanti, aggrappato alla corda per arrivare alla spiaggia. E quest’ancora mai delude. Ma siamo noi a fabbricare delle delusioni, tante, criminali”.
“Tutti i giorni sento telefonicamente la parrocchia di Gaza, mi raccontano le cose terribili che succedono”, svela ancora il Santo Padre “Quanti arabi morti e quanti israeliani morti, due popoli chiamati a essere fratelli, che si distruggono l’un l’altro. Questa è la guerra: distruggere!”.
L’uomo e la guerra
Che cosa porta l’uomo a fare guerra al suo simile? “È difficile esprimere una motivazione generale”, spiega Papa Francesco. “In alcuni il senso di patriottismo, in altri l’interesse economico, in altri l’idea di fare un impero e mandare avanti il potere del dominio. Ognuno ha le motivazioni proprie, ma le guerre sono sempre per distruggere. Guarda le immagini delle guerre adesso, guarda le immagini della striscia di Gaza, guarda quelle della Crimea o dell’Ucraina. Distruggere”.
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“Mercoledì scorso è venuta una delegazione di bambini dell’Ucraina, hanno visto qualcosa della guerra e – racconta ancora il Pontefice – nessuno di loro sorrideva. I bambini spontaneamente sorridono, io gli davo delle cioccolate e loro non sorridevano. Avevano dimenticato il sorriso e che un bambino dimentichi il sorriso è criminale. Questo fa la guerra: impedisce di sognare”.
E ancora: “Il male arriva dal proprio cuore, sempre. Noi abbiamo la possibilità di scegliere sempre: o il bene o il male. Il cuore ha la capacità di fare il male da sempre, fin dall’inizio. Pensa alla lite dei fratelli Caino e Abele. E poi pensa a tutte le guerre che si sono susseguite. Il cuore ha la capacità di fare il bene o il male, qui si radica la propria libertà, l’uomo è libero. Tante volte è condizionato da questioni politiche e sociali, abbiamo parlato dei bambini, di come sono condizionati, ma il cuore dell’uomo è libero.
“E quando un capo di stato decide di fare una guerra – una guerra offensiva, non difensiva – lo fa con libertà. Non dimentichiamo che il commercio che oggi dà di più è il commercio delle armi. E tante volte le guerre si continuano, si fanno più ampie, per vendere le armi o per provare armi nuove. La gente che muore è il prezzo che si paga”.
Infine, sulla frase del Papa nell’ultima ospitata a Che Tempo Che Fa “Il perdono è un diritto” e sul fatto che valga per tutti: “Il perdono è per tutti. Una volta una persona molto saggia, semplice mi ha detto: ‘Dio non si stanca di perdonare, mai’. Dio perdona sempre perché è da Lui il perdono, ma siamo noi a stancarci di chiedere perdono. E questo è il problema. Il cuore aperto al perdono viene subito preso dal cuore di Gesù che perdona tutto, ma il cuore indurito nostro diviene incapace di chiedere perdono e questa è una cosa molto brutta, la incapacità di chiedere perdono”.
“E da lì viene una certa incapacità ad essere perdonato. Ma non perché il Signore non perdona, no, perdona tutto. In questo è ‘pazzo di amore’, diciamo così. Ma noi, siamo noi a stancarci di chiedere perdono delle volte. Il Signore aspetta, bussa alla porta di tanti cuori perché abbiano questa capacità di riconoscere il male che stanno facendo. Pensa a questi fabbricanti di armi, che sono fabbricanti di morte. Il Signore è vicino a loro, tocca il cuore per portarli a un cambio di vita e il Signore non si stanca di perdonare. Ricordiamo questo. Dio mai si stanca di perdonare. Siamo noi a stancarci di chiedere perdono. Questo non dimenticarlo mai”.
Foto da Ufficio Stampa / Contenuti in streaming su discovery+