Al via in prima serata su Canale 5 mercoledì 11 settembre, I Fratelli Corsaro è la nuova proposta seriale Mediaset. Il titolo porta per la prima volta sulle reti del biscione Giuseppe Fiorello, protagonista insieme a Paolo Briguglia della storia ispirata ai romanzi di Salvo Toscano (Newton Compton Editori). Fabrizio e Roberto sono due fratelli (quasi) all’opposto ma proprio come tali riescono a creare la dinamica narrativa e relazionale perfetta. Soprattutto quando si tratta di risolvere casi in cui inciampano entrambi: la scaltrezza dell’uno sposa la logica dell’altro tra gli altri e bassi della vita.
Così, sullo sfondo di una Palermo dai colori caldissimi sfilano vicende e personaggi che i lettori non stenteranno a riconoscere ma con un certo guizzo di novità che incuriosirà anche i più affezionati. Fiorello e Briguglia, siciliani doc, si sono calati nelle rispettive parti con naturalezza e una buona dose di divertimento. Complici anche le tavolate di mamma Antonia (Anita Zagaria)…
Da una parte Fabrizio, giornalista di nera; dall’altra Roberto, avvocato senza macchia. Due fratelli caratterialmente disegnati in maniera molto diversa ma che si ritrovano sul campo dell’investigazione. Come è stato calarvi nei panni dei vostri rispettivi personaggi?
Giuseppe Fiorello Per quanto mi riguarda, per interpretare il personaggio di Fabrizio ho seguito esattamente la linea narrativa e la penna dello scrittore Salvo Toscano, che l’ha scritto devo dire molto bene. Ho seguito la sua identità e il suo stile di racconto, che probabilmente si ispira lievemente allo stesso scrittore… quindi, insomma, i libri per me sono stati una bibbia per quanto riguarda l’interpretazione.
Paolo Briguglia I libri danno un’impronta importante anche alll’umore della città e della storia. Io sono palermitano, quindi mi è venuto molto facile intercettare – come Beppe da siciliano – intercettare lo spirito della storia. Il rapporto tra fratelli ce lo siamo condiviso, ce lo siamo creato fin dal fin dal primo giorno. Un po’ attingendo alle nostre esperienze personali perché entrambi siamo cresciuti in famiglie numerose, abbiamo fratelli e sorelle e questa cosa ci ha dato la possibilità di sapere che cosa vogliano dire i rapporti fraterni. Ma anche di essere complici a tal punto che ci trattavamo tutti e due quasi, senza essercelo detto, come uno tratterebbe il proprio fratello. Con la stessa facilità. E questo ci ha aiutato molto nel rapporto.
Il genere crime-investigativo con ambientazione nel Sud Italia è ormai ampiamente indagato in tv, con il rischio di suonare ‘già visto’ o scontato. Che cosa riesce a dare freschezza a una serie come I Fratelli Corsaro e quanto proprio la caratterizzazione dei personaggi supporta una narrazione che evita i cliché?
GF Oggi è sempre più difficile distinguersi. Cercare una chiave di distinzione da tutto quello che c’è in giro e dalla proposta immensa nel mondo delle serie tv e del cinema è sempre più complicato. E sempre più di frequente ci si scontra con il famoso ‘l’ho già visto, l’hanno già fatto’, vale per tutti. Non so se sia la chiave di originalità, però quella che a me personalmente ha affascinato e mi ha fatto pensare che potesse essere qualcosina di diverso è proprio che al centro dei casi di puntata non c’è quella figura classica delle serie di genere investigativo. Cioè il commissario, il giudice o una persona preposta a indagare sul caso rispetto a un giornalista e a un avvocato penalista.
Questo mi ha fatto pensare che Salvo Toscano, nella scrittura dei libri, avesse questa punta di originalità per cui a tirare le fila della linea investigativa fossero due fratelli che, in qualche misura, ci inciampano nei casi di puntata. Non se li vanno a cercare anzi farebbero tutt’altro nella vita che indagare, ovvero scrivere di criminalità per quanto riguarda Fabrizio Corsaro e difendere in un caso di criminalità da risolvere per Roberto. Mi è sembrato che questa potesse essere la chiave.
PB Sì, soprattutto l’essere in due, una coppia. In genere nei crime c’è il protagonista che tendenzialmente ha un grande tormento alle spalle, sentimentale ed emotivo. Qui c’è una grande varietà di ambientazione e di personaggi appassionanti di cui possiamo seguire un po’ lo sviluppo.
Rispetto ai gialli di Salvo Toscano, che cosa il pubblico ritroverà dei romanzi e che innesti creativi sono stati introdotti nella sceneggiatura?
GF I lettori dei romanzi troveranno tutto di Salvo Toscano. Ma siamo abbastanza certi che potremo imbatterci nel lettore più appassionato che magari rifiuterà qualcosa e apprezzerà altro. È sempre una grande sfida portare la letteratura in tv e al cinema, perché è un passaggio molto delicato rispetto ai lettori che conoscono profondamente e che hanno una loro immaginazione. Quindi ci andremo a scontrare con chi ha letto i libri augurandoci, ma ne siamo anche abbastanza certi, di incontrare il loro parere positivo perché non abbiamo tradito nulla dei libri se non in un’inversione d’età dei due personaggi…
PB Io sono anche convinto che in un adattamento devi per forza inventare qualcosa, e lo fai a fin di bene. E quando ci sono delle differenze fra la serie e il romanzo è solo che divertente; se la serie è bella e intervieni nel rispetto del romanzo, poi è divertente per chi non ha letto i romanzi andarseli a leggere e scoprire qualcosa di nuovo. C’è la linea del papà, per esempio, che nel romanzo non c’è.
GF Sì, diciamo che qui qualche invenzione c’è ed è stata molto gradita dallo stesso scrittore.
Avete quindi avuto modo di confrontarvi con l’autore? Vi ha dato qualche indicazione specifica in merito ai personaggi nati dalla sua penna?
PB Salvo è stato spesso con noi e ci siamo visti anche al di là del set. Siamo andati spesso a bere un bicchiere a fine riprese per chiacchierare e continuare a pensare a questi personaggi. Lo ha fatto veramente con un grandissimo garbo e ci ha lasciato liberi di fare e creare. Anzi si è anche lasciato un po’ condizionare da noi perché sta continuando a scrivere i suoi libri e adesso il suo immaginario è popolato da noi…
GF Anche perché, quando andavamo a bere qualcosa, lo facevamo bere tanto quindi non si accorgeva del fatto che noi avremmo cambiato delle cose.. Scherzo ovviamente! (sorridono, ndr).
Palermo non fa solo da sfondo alla storia, ma diventa complice della trama. Che città e che spaccato di società ne esce? Da siciliani, c’è qualcosa che avete scoperto, e magari imparato ad amare, della città?
GF Palermo viene fuori come la città reale quale è oggi, è stata ripresa così per com’è e per come si muove. Non c’è nulla di artefatto, non ci sono scenografie particolari che hanno dovuto creare finzioni particolari ma ci siamo appoggiati anche scenograficamente in luoghi reali così come sono. Quindi, semplicemente raccontiamo la Palermo di oggi che io ho vissuto da ospite non essendo palermitano. Per me è stata un’opportunità anche per rimanere attratto e affascinato da una città che conoscevo poco e che mi ha risucchiato, mi ha travolto. Soprattutto in quella parte bellissima che è tutto il centro storico, che mi dicevano essere tra i più grandi d’Europa. È immenso, un continuo serpeggiare di vicoli e vicoletti affascinanti che ti portano in mondi veramente molto curiosi. E ti lasciano sempre quasi senza fiato per la bellezza e per quel sapore di mistero.
Nel cast c’è anche una forte componente femminile, che contribuisce a costruire una rete di relazioni ben articolata. E la figura che più di altre unisce i fratelli Corsaro non può che essere la mamma (e la sua cucina). Che ruolo ha nella vita di Fabrizio e Roberto, e nelle dinamiche tra fratelli?
PB Beh, la mamma è quella che ci tiene e ci riunisce tutte le domeniche attorno alla sua tavola a suon di cose da mangiare buonissime e piatti tipici siciliani. Quindi, non manca anche nella nostra serie il riferimento alla buona cucina siciliana. E la madre, appunto, è quella che ci tiene uniti e si interessa tantissimo a quello che facciamo. Fabrizio è quello che le dà un po’ più di pensieri, forse lei lo vorrebbe sistemato invece lui recalcitra ma è anche il figlio al quale pensa di più. Su questo si creano situazioni molto simpatiche fin all’inizio. Anita Zagaria è stata una compagna di lavoro straordinaria e, in qualche modo, è colei che contribuisce a creare il cemento di questa famiglia.
Immagini da Ufficio Stampa