Sarà in scena dal 2 al 10 novembre al Nuovo Teatro Orione di Roma lo spettacolo teatrale Arancione di Fabrizio Colica. Una commedia in cui l’arancione è tutto tranne un colore: è il mix tra il giallo di chi siamo e il rosso di chi gli altri vorrebbero che fossimo, un miscuglio di toni di cui non possiamo fare a meno. È una commedia ambientata a ora di cena, ma senza una cena vera e propria.
«L’idea – ci racconta Fabrizio Colica – nasce dalla voglia di prendermi i miei tempi per raccontare una storia un po’ più lunga, che superasse il minuto e mezzo su cui ormai siamo tarati sul web. Il web mi diverte e io e mio fratello ci auguriamo di farlo per il resto della vita, ma l’unico limite che trovo è quello delle tempistiche. Ci stiamo riducendo sempre più a contenuti limitati e la conseguenza di questo è il calo vertiginoso dell’attenzione dell’utente, la mia in primis. Ci tenevo a scrivere uno spettacolo mio, portando la stessa tipologia di commedia e linguaggio di comunicazione in un terreno più dilatato. Con una durata più consona a un elemento di intrattenimento».
Arancione nasce durante la pandemia: «È una commedia familiare. – ci racconta Fabrizio – Parla di accettazione delle relazioni e scelte di vita altrui. È il terreno più complicato: spesso non parliamo più con parenti e amici perché hanno fatto scelte al di là delle nostre aspettative. Fabrizio è il protagonista, ha il mio nome solo per velocità, e invita a casa sua la sua ex e suo fratello per presentare loro il nuovo fidanzato. Spesso, quando facciamo scelte di vita che ci portano a novità, vogliamo prima che le accettino gli altri. È un grande errore in cui incappiamo. Scopriremo infatti che Fabrizio era pronto a presentare la sua nuova vita, ma non ad accettare a sua volta le novità di queste persone. Ci saranno tanti colpi di scena perché Fabrizio si renderà conto di essere la persona più chiusa di tutti».
Fabrizio Colica: il teatro e il web
Da un lato il web che l’ha reso noto e dall’altro il teatro, in cui si è formato. Eppure, sono così diversi come media? «Tutto si può comunicare in qualsiasi modo e tempo. – ci risponde Fabrizio – Il teatro ti offre la sensazione di immergerti in una situazione. Ricorderai Arancione più come una serata tra amici che come uno spettacolo che hai visto, perché non ci sono salti temporali e ti puoi immergere nei personaggi. È una cosa che il teatro ti dà rispetto al web e ai tempi. In fondo, però, il web e il teatro sono simili nel darti un feedback immediato. Durante lo spettacolo, l’anno scorso, sentivi la gente che interveniva. Si crea veramente un dialogo». E se c’è stata una sfida, più che il mezzo, ha riguardato l’intenzione.
«Per la prima volta ho dovuto procedere da solo. – ci dice infatti Fabrizio Colica – Ho pensato inizialmente Arancione con mio fratello, ma per una serie di impegni ha preferito non farlo. Aveva paura di darmi la disponibilità e poi non farcela. È quindi il primo spettacolo che faccio da solo, anche se mio fratello mi ha sempre sostenuto tanto. È venuto a vederlo due volte. Fare il regista mi è venuto naturale perché gli attori sono bravi. La grande novità è stato questo percorso da solo, ma sono circondato da gente meravigliosa». A questo proposito, il resto del cast è composto da Leonardo Bocci, Patrizia Loreti, Paola Michelini e Mauro Conte. «Sono in primis attori fenomenali» precisa Fabrizio. Alcuni sono noti sul web, ma partono sempre da una formazione accademica. E, in fondo, anche nei contenuti internettiani si vede.
Il futuro del teatro
«Non tutti, ma molte persone riescono a riconoscerlo. – commenta Fabrizio – Gli attori talentuosi vengono confusi in mezzo ai content creator e poi si sorprendono se fai uno spettacolo a teatro. Io poi sono un grande sostenitore degli attori comici, credo che abbiano il resto delle corde dell’interpretazione perché si mettono in gioco più degli altri. I personaggi buffi sono più vulnerabili». Chiediamo infine a Fabrizio se pensa quindi che ci sia ancora speranza per forme artistiche come il teatro.
«Secondo me il cinema sta risentendo di più dell’arrivo del web, mentre il teatro è stato protagonista di una rinascita dopo il Covid. – ci risponde – La gente ha dimostrato che è una delle cose che è mancata di più. È rinato con tante novità e progetti nuovi, sia da fuori che in Italia. Il teatro ha sempre avuto alti e bassi, ma è una delle poche arti che non è mai cambiata. Il pubblico deve adattarsi alle forme del cinema, mente il teatro ti concede sempre incontro autentico».
Foto: HF4