Le fotografie di Alessandro Cimmino e Emanuele Piccardo raccontano la tragedia del Ponte Morandi a Genova in una mostra a Milano fino al 31 luglio.
Era il 14 agosto 2018 quando le immagini del crollo del viadotto sul Polcevera a Genova sconvolsero l’Italia e non solo. Progettato dall’ingegnere Riccardo Morandi, il ponte che attraversava la città fu simbolo per un cinquantennio della modernità italiana e dell’ottimismo della ricostruzione. La fotografia, fino dalla sua invenzione, ha documentato le trasformazioni delle città, anche quelle più nefaste. Esattamente come ha fatto il fotografo americano Joel Meyerowitz nel suo lavoro sulle Torri Gemelle a New York.
Così nelle settimane successive al crollo, Alessandro Cimmino ed Emanuele Piccardo, le cui opere sono presenti nelle collezioni del Museo MAXXI, hanno sentito il dovere in qualità di artisti visivi di fotografare il viadotto, prima all’esterno e poi dentro la zona rossa. La fotografia intesa come un archivio delle emozioni per fissarle nelle coscienze collettive.
1182 è il progetto fotografico che nasce da questo impegno, iniziato nel settembre 2018 e conclusosi nel dicembre 2019 con la ricognizione fotografica all’interno del deposito dei frammenti dell’opera di Morandi. Le immagini costituiscono le prove dell’inchiesta della Procura della Repubblica, accatastati come una opera di Gordon Matta-Clark.
La scelta del numero (1182) è legata alla lunghezza del viadotto e rappresenta un modo per rendere omaggio al suo inventore Morandi. La fotografia come misura della relazione tra l’infrastruttura e la Val Polcevera, una valle di servizio che ha sempre ospitato, fin dal XIX secolo gli insediamenti industriali pesanti e oggi aperta a una nuova rinascita.
Il lavoro di Cimmino e Piccardo ha cercato di ricucire un luogo ferito, rotto, riabituando la comunità a rapportarsi con il vuoto e con un nuovo paesaggio visivo. 1182 è un progetto che è stato interamente autofinanziato dagli autori in quanto lo hanno sentito come un lavoro eticamente necessario sulla memoria di un luogo teatro di una catastrofe. L’esito del progetto è un libro edito dalla casa editrice plug_in con introduzione dell’architetto Stefano Boeri e un saggio dello storico della fotografia e docente IUAV, Angelo Maggi.
Fino al 31 luglio 2023
Presso Stecca3, centro socioculturale
Via G. De Castllia, 26 – 20124 Milano
Il fotografo Alessandro Cimmino
Alessandro Cimmino (Napoli 1969- Levanto 2022) Si è laureato in Architettura all’Università di Napoli nel 1998. Nel 1997 esordisce come fotografo con “Napoli Fotocittà, Dintorni dello sguardo”, e poi un lavoro sulla percezione della città in movimento dal titolo “60 km/h”. Il suo lavoro è incentrato sulla rappresentazione del paesaggio e sulle trasformazioni della città contemporanea.
Nel 2001 elabora il progetto fotografico Matrix, pubblicato all’interno della ricerca “USE. Uncertain States of Europe”, ed. Skira, 2001, curata da Stefano Boeri. Vincitore (secondo classificato) nel 2004 del “Premio Pezza” della Triennale di Milano. Nel 2003 espone alla Quadriennale di Roma per la “Mostra sull’arte contemporanea” nel Palazzo Reale di Napoli. Fa seguito, nel 2004 il video “CCTV_ closed circuit television” e “Napoli Est”, nell’ambito di “Stazione Utopia Revisited” a cura di Hans Ulrich Obrist alla Mostra d’Oltremare di Napoli. Nel 2006 presenta il lavoro “Mayday” nella mostra personale “Fotografie – CCTV” presso la Nowhere Gallery di Milano. Quindi, nel 2007 espone “Mayday” al Museo dell’Ara Pacis all’interno Festival della Fotografia di Roma, nella collettiva “Ereditare il Paesaggio” al Museo del Territorio Biellese a Biella e nel 2008 allo Spazio Officina a Chiasso, per la Biennale dell’Immagine.
Nel 2009 partecipa alla collettiva “Paesaggi dell’invisibile” presso la Galleria Traghetto a Venezia, alle collettive Clear light, durante il Festival della Fotografia Europea di Reggio Emilia, e Urlo e furore presso la Nowhere Gallery di Milano. A seguire, nel 2010 espone una selezione del progetto “INDIA” sulle città di fondazione indiane alla Nowhere Gallery di Milano. Nel 2011 è invitato alla 54 Biennale di Venezia, Padiglione Italia “Lo stato dell’arte” ed espone a Fotografia Europea 2011. Nel 2012 presenta “JCITY” al MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo nella mostra “ENERGY. Architettura e reti del petrolio e del post-petrolio”.
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Nel 2014 espone a Castel dell’Ovo a Napoli nella mostra “Campania Mirabilis”. Nel 2016 inizia la ricerca sul paesaggio dal titolo “Mare Alto”. Infine nel 2018 partecipa alle mostre collettive “Divina Sezione” e “Campania Mirabilis”, presso la Reggia di Caserta. Le sue opere sono conservate nella Collezione Permanente del Museo MAXXI di Roma e presso collezioni private.
Il fotografo Emanuele Piccardo
Emanuele Piccardo (Genova 1972) Architetto, fotografo, critico di architettura, fonda e dirige dal 2002 archphoto.it (issn 1971-0739). Nel 2003 fonda l’associazione culturale plug_in con l’obiettivo di diffondere la cultura contemporanea nella società civile, attraverso seminari, incontri, mostre. Dal 2007 plug_in diventa casa editrice. Fotografo professionista dal 1996 ha partecipato a mostre fotografiche in Italia e all’estero. La sua ricerca fotografica si concentra sulle modificazioni del paesaggio urbano e antropizzato.
All’attività artistica associa l’ideazione e la curatela di progetti di ricerca con l’obiettivo di diffondere il pensiero contemporaneo nella società civile attraverso convegni, workshop, mostre e libri interagendo con differenti discipline quali arte, architettura, cinema e fotografia; enfatizzando così un’attitudine alla interdisciplinarietà.
La sua ricerca critica sull’architettura lo ha portato a tenere lezioni presso la School of Architecture di Princeton, il Pratt Institute di New York, SCI-Arc di Los Angeles, Polimi, Polito, IUAV. Tra i premi si ricordano: 2015 Autry Scholar Fellowship, Los Angeles 2013 Grant della Graham Foundation for Advaced Studies in the Fine Arts per il progetto “Beyond environment”.
Award of Excellence/Short documentary del Los Angeles Movie Award per il documentario “Fango” sull’alluvione alle Cinque Terre. Best Architecture Film del XIX Asolo Art Film Festival per il documentario “Lettera22” su Adriano Olivetti. Le sue fotografie sono conservate alla Biblioteca Nazionale di Francia e alla Fondation Le Corbusier a Parigi, al Museo MAXXI di Roma, al Centro Archivio e Studi della Comunicazione dell’Università di Parma.
Foto da Ufficio Stampa