Dal 5 aprile al 23 luglio 2023 l’ottocentesco Palazzo Cipolla di Roma, in via del Corso, si trasforma nello scenario di Ipotesi Metaverso, una mostra che è un percorso, multimediale e sensoriale, nella mente dei grandi visionari del passato e del presente. Così, fra pittura, scultura, incisione, arte digitale, poesia, musica, fino all’intelligenza artificiale, Ipotesi Metaverso si pone domande realistiche e concrete sul concetto tecnologico/esistenziale di Metaverso. E prova a dare una risposta.
Ipotesi Metaverso è frutto dell’intuizione della visione del Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale: è stato lui, nel 1999, a dare luce allo spazio espositivo di Palazzo Cipolla, che in 24 anni ha ospitato 59 mostre che hanno spaziato dall’arte antica alla contemporanea, curandone personalmente la programmazione.
Ipotesi Metaverso: i grandi del passato incontrano le nuove generazioni
La mostra permetterà l’incontro dei grandi del passato con i contemporanei, sul terreno dell’immagine e della creazione di nuove dimensioni spaziali/esistenziali: si potranno ammirare insieme le opere storiche di Carlo Maratti, Andrea Pozzo, Giovanni Battista Piranesi, Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Fortunato Depero, De Pistoris, Giorgio de Chirico, Maurits Cornelis Escher, Victor Vasarely, Ugo Nespolo, Giulio Paolini, Giuseppe Fiducia, Pier Augusto Breccia, Alfredo Zelli, Cesar Santos, e opere site-specific (quindi pensate appositamente per Palazzo Cipolla) di alcuni tra gli artisti digitali più innovativi e dirompenti della scena contemporanea italiana e internazionale: Robert Alice, Refik Anadol, Alex Braga, Joshua Chaplin, Sofia Crespo e/andFeileacan McCormick, Damjanski, Primavera De Filippi, fuse*, Fabio Giampietro con/with Paolo Di Giacomo, Krista Kim, Mario Klingemann, Pak, Joe Pease, Federico Solmi, Sasha Stiles, Pinar Yoldas.
Ipotesi Metaverso è curata da Gabriele Simongini e Serena Tabacchi, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale ed è realizzata da Poema SpA.
Ogni spazio di Palazzo Cipolla diventerà un mondo a sé, all’interno del quale saranno definiti regole e spazi sempre diversi: un’altalena speciale darà al visitatore la sensazione di tuffarsi in un mondo parallelo, immagini digitali prenderanno improvvisamente corpo nella realtà fisica, un’opera immersiva visualizzerà la “filosofia digitale zen”, una performance sonora creerà un’esperienza di moltiplicazione sensoriale, ci si immergerà in poesie generative, si incontreranno sculture costruite su tecnologia blockchain e opere interattive che uniscono scienze biologiche e tecnologie digitali con la creazione di una “seconda natura”.
«La tecnologia digitale, portando il futuro nel presente, sta cambiando il modo di vedere la realtà, intervenendo in modo incisivo nel nostro vivere quotidiano. Anche l’arte si è uniformata a questa coesistenza tra passato, presente e futuro, e una delle ultime mostre da me realizzate a Palazzo Cipolla in ordine di tempo, quella di Quayola, ne è la dimostrazione.» afferma il Prof. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro, e aggiunge: «La nuova mostra che oggi presentiamo, dal titolo Ipotesi Metaverso, permette di coniugare, attraverso il dialogo tra 32 artisti storici e contemporanei provenienti da tutto il mondo, la tradizione, che rimane un punto di riferimento imprescindibile, con il nuovo che avanza, con il mondo digitale, mediante l’apporto delle nuove tecnologie, le quali costituiscono una rivoluzione anche nella maniera di manifestare il sentimento che è da sempre alla base di ogni opera d’arte, in qualsiasi epoca.».
«Al fine di sottolineare che l’ipotetico Metaverso, nuova dimensione ipertecnologica, si debba aggiungere alla vita reale senza sostituirla, quadri e sculture di artisti che hanno creato “mondi” alternativi coesistono con opere immersive, per proporre al visitatore, spesso chiamato in causa come “attore” della mostra, un rapporto equilibrato, anche se talvolta spiazzante, fra “fisico” e “digitale”. Una sorta di “laboratorio per il futuro”, con l’intento di offrire al visitatore un’esperienza che si suppone essere, per certi aspetti, simile a quella degli anni a venire, nella coesistenza di contemplazione ed immersione, percezione quasi simultanea del materiale e dell’immateriale, fra stabilità e fluttuazione.» dichiarano i curatori Simongini e Tabacchi.