«La mostra si ispira alla figura di Peter Pan, l’eterno bambino, che scappa dal tempo e dalle responsabilità del diventare adulti. È un viaggio nel tempo sospeso di Peter in un luogo metafisico, uno spazio che ognuno di noi conserva dentro di se, che troppo spesso però dimentica», dichiara l’artista.
Sono passati 70 anni da quando il grande pubblico conobbe Peter Pan e la sua Neverland, con l’uscita al cinema del grande classico Disney Le avventure di Peter Pan. Ne sono passati invece 100, tondi tondi, da quando uscì il primo film Peter Pan, basato sull’opera teatrale Peter e Wendy di J. M. Barrie. Nonostante questo, Peter Pan è ancora il bambino in grado di far sognare i piccoli e i grandi, in modo molto meno scontato di quanto si pensi. Dietro a questo ragazzino che vola via dalla fatica di crescere ci sono tutte le paure, le ansie e i timori di diverse generazioni.
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Neverland è il titolo della mostra, a cura di Roberta Cima e con il testo critico di Antonio E.M. Giordano, che dal 22 novembre sarà ospitata dalla galleria romana SpazioCima. Contiene le opere dell’artista Ajnos, che attinge al repertorio letterario e cinematografico del magico universo ruotante attorno al personaggio del bambino Peter e lo fa creando un tempo che non esiste, nel quale si muovono personaggi che non sono bambini, ma nemmeno adulti.
Sono circa 20 le opere in mostra, da mercoledì 22 novembre a domenica 14 gennaio, realizzate principalmente con tecnica olio e collage su tela. L’ingresso è libero.
“La mostra si ispira alla figura di Peter Pan, l’eterno bambino, che scappa dal tempo e dalle responsabilità del diventare adulti – dichiara Ajnos – È un viaggio nel tempo sospeso di Peter in un luogo metafisico, uno spazio che ognuno di noi conserva dentro di se, che troppo spesso però dimentica. Peter è cristallizzato in quel particolare momento della giovinezza in cui germoglia il desiderio di evasione dalla famiglia. È completamente proteso verso la libertà. In lui abitano spensieratezza e turbamento e questo avvicendarsi degli opposti non risparmia nessuno dei personaggi sull’isola che non c’è”.
Neverland, il tempo che non esiste e i non luoghi
“Di primo acchito le venti tele sembrerebbero ritrarre Peter, Wendy, la fata Campanellino, Capitan Uncino, il Coccodrillo ‘Tic – tac’ (che minaccia la vita di Uncino), i bambini perduti sull’Isola che non c’è, mascherati da procioni o da volpe, Spugna il pirata (con la mappa del tesoro), la polvere di fata (per volare nell’oscurità blu della notte), ‘Giglio tigrato’ (principessa pellerossa) – spiega Antonio E.M. Giordano nel suo testo critico – Ad un esame più attento invece capiamo che Ajnos non rappresenta i reali personaggi del racconto di Barrie bensì bambini non ancora adolescenti, intenti a giocare o a sognare di farlo, indossando i costumi dei protagonisti di Neverland. Sono sorpresi a giocare al “tempo che non esiste” con i vecchi giochi dimenticati in soffitta o in cantina dalle loro mamme e papà. Ciascuno di essi è immerso in un ‘non luogo’ nel proprio spazio isolato e non si incontrano mai (ad eccezione dei bambini perduti gemelli, da considerare come un singolo)”.
Sonja Fersini è nata a Zurigo, ma oggi vive e lavora nel Salento, in Puglia. Rientrata in Italia nel 1983, a 13 anni ha scoperto l’opera di Michelangelo Buonarroti e da lì si è appassionata alla storia dell’arte. Ha conseguito il diploma artistico, studiato disegno e progettazione per l’architettura e l’arredamento ed in seguito lavorato presso studi di progettazione. Nel 2015 ha intrapreso la professione di Visagista e Truccatrice, sviluppando una forte sensibilità ed empatia nei confronti del femminile, con particolare attenzione al volto. Correggendo continuamente inestetismi e imperfezioni con il make-up, ha iniziato a lavorare sul processo contrario in pittura, enfatizzando proprio questi aspetti. Asimmetrie, imperfezioni, lineamenti affilati, occhi giganteschi, languidi e tormentati sono diventati tratti somatici comuni nei volti delle sue donne-bambine. Negli ultimi anni la sua esplorazione artistica si sta muovendo nel mondo dell’infanzia alla scoperta del legame ancestrale tra la vita reale e le fiabe.
La galleria sarà visitabile, a ingresso libero, da mercoledì a sabato h 15.30-19:00. Apertura domenicale dal 3 dicembre. Chiusure straordinarie sabato 23 dicembre, domenica 31, 6 e 7 gennaio.