Sarà una Milano all’insegna di Lucio Battisti quella confezionata da Quel Gran Genio, manifestazione per ricordare il cantautore in occasione del 25° anno dalla sua scomparsa (e degli ottanta dalla sua nascita). Dal 29 settembre al 1° ottobre 2023, nel capoluogo lombardo, andranno infatti in scena una dozzina di eventi sparsi sul territorio cittadino che, per la prima volta – nella stessa rassegna – abbracciano tutta la discografia dell’artista. Dai primi 45 giri della fine degli anni Sessanta diventati grandi successi popolari alla svolta elettronica dei cosiddetti dischi bianchi con Pasquale Panella. Ne abbiamo parlato con il direttore artistico dell’evento Francesco Paracchini.
Quel Gran Genio non a caso si svolgerà a Milano: qual era il legame tra Battisti e il capoluogo lombardo e in che modo lo omaggiate con questa iniziativa?
«Un legame fortissimo. Battisti arriva a Milano a metà degli anni ’60 e vive in pieno il fermento creativo che c’era nel capoluogo lombardo. Punto nevralgico di questa concentrazione di etichette, produttori, artisti era Galleria del Corso e la Ricordi. Ed è proprio nella casa discografica Ricordi che Lucio conosce Mogol, personaggio centrale nella sua vita artistica».
Quel Gran Genio, iniziative su tutta la discografia di Lucio Battisti
Tantissime iniziative, dai concerti alle experience: qual era l’obiettivo che vi siete dati scegliendo e organizzando ogni singolo evento?
«Il filo conduttore che lega tutte le iniziative è il voler evidenziare che Lucio Battisti è stato un grande musicista, un innovatore geniale in termini di melodie, di arrangiamenti e anche nell’utilizzo della voce. Troppo spesso siamo presi ad enfatizzare i grandi successi di fine anni ’60 (Balla Linda, Dieci ragazze, Acqua azzurra acqua chiara, 29 settembre, Mi ritorni in mente ecc.) che ci dimentichiamo di tutto il resto della sua produzione. Confido che questa manifestazione riesca a dare un quadro più ampio e completo del Battisti musicista».
Da come ho capito, l’evento coprirà tutta la discografia di Battisti: cosa significa questo per voi e per tutto il suo pubblico?
«Dico subito che nel mettere in fila questa dozzina di eventi siamo stati molto attenti a non dimenticare tutto quello che Battisti ha fatto dal 1980 in poi, anno della separazione artistica da Mogol. Da lì in poi sono usciti ben sei album, uno scritto con Velezia (pseudonimo di Grazia Letizia Veronese, sua moglie) e cinque con Pasquale Panella. Come è possibile non considerare questo ampio periodo post-Mogol? Non a caso, anno dopo anno, aumentano sempre di più gli estimatori del periodo definito dei dischi bianchi, quelli appunto scritti con Panella. E per capirne la bellezza, basterebbe ascoltare con un po’ più di attenzione un brano, Le cose che pensano, la prima traccia di Don Giovanni, l’album che segna l’inizio di quella collaborazione cinque».
Milano, un palco a cielo aperto per omaggiare Lucio
Leggendo il calendario, mi piace moltissimo l’approccio immersivo degli eventi che usano Milano come un vero e proprio palcoscenico a cielo aperto. Come mai questa scelta e quanto è stato complicato poi materialmente realizzarla?
«Battisti copre un pubblico trasversale. Non solo come età, ma è conosciuto e amato ad ogni livello sociale. Senza buttarla troppo in ragionamenti sociologici, possiamo dire che le canzoni di Battisti sono entrate sottopelle in egual misura nel medico chirurgo che abita in pieno centro a Milano e nell’operario che vive in un quartiere popolare della periferia. Sto dicendo un’ovvietà, sia chiaro, rischio di usare stereotipi superati e stantii, ma nel disegnare la mappa degli eventi siamo stati molto attenti a non concentrare tutto nella zona centrale».
Qualche esempio?
«Mi piace segnalare il grande momento condiviso che faremo sabato pomeriggio a Cascina Merlata – Mare Culturale Urbano, zona periferica a nord-ovest di Milano. Peraltro in forte cambiamento urbanistico, ma questo è un altro discorso. Lì dalle 16.00 alle 18.00 ci sarà spazio e modo di cantare tutti insieme le canzoni più amate di Lucio. Quindi sì, c’è una volontà di spalmare su più zone e Municipi possibili gli eventi di questa manifestazione. Riguardo invece la complessità organizzativa di dodici eventi diffusi e distribuiti su tre giorni… sì, è stata dura, ma siamo contenti che finalmente Milano possa avere una manifestazione dove si possa approfondire meglio TUTTO il percorso artistico di Battisti».
La contemporaneità di Lucio Battisti
Battisti non ha bisogno di presentazioni, ma quanto – secondo lei – è ancora attuale oggi e fondamentale per raccontare la storia della musica italiana?
«Beh, diciamo che dirigo una rivista che da oltre vent’anni si occupa di valorizzare gli artisti italiani, indipendentemente dal genere utilizzato. Quindi dico sì, è importante dare spazio alle novità ma anche ai padri storici che dagli anni Sessanta in poi hanno utilizzato la canzone per farci crescere culturalmente ed emotivamente. Anzi, diciamo dal 1958, da quando Modugno ha aperto le sue braccia al Festival di Sanremo e ha iniziato a scrivere la prima pagina di un libro meraviglioso. Tenere insieme nomi storici e nuovi fermenti è un compito affascinante, complesso ma vitale».
E nel caso specifico di Quel Gran Genio?
«L’operazione mira, come dicevo prima, a far prendere coscienza della portata storica che Lucio Battisti ha avuto per la musica italiana. Il suo contributo in termini di creatività è riconosciuto unanimemente, solo che spesso ci si ferma al periodo con Mogol. Quella è stata un’alchimia straordinaria, forse irripetibile, ma il musicista Battisti è di più, molto di più. A suggello di questo discorso segnalo il concerto finale che faremo domenica 1° ottobre al Teatro Parenti, un concerto cronologico che non a caso porta il titolo Da Per una lira ad Hegel. Un live mai messo in scena in questi termini. L’occasione giusta per vivere e condividere tutta l’evoluzione musicale di un genio. Quel gran genio di Lucio».
Per info e programma: www.lisolachenoncera.it
Foto: Kikapress