A poche ore dal Concertone di Melpignano incontriamo Shablo, maestro concertatore de La Notte della Taranta 2024. Le sue parole.

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La temperatura è alta a Melpignano, e non solo per le condizioni climatiche. Mentre gli operai si muovono rapidamente nel retropalco per gli ultimi allestimenti, a Palazzo Baronale si svolge la conferenza stampa per la presentazione ufficiale della 27esima edizione de La Notte della Taranta. Quest’anno il Concertone più atteso dell’estate salentina (e non solo) è anche in diretta tv, su Rai3 e in simulcast su Rai Radio 2 dalle 21.20 con la conduzione di Ema Stokholma.

Maestro concertatore 2024 è Shablo affiancato alla direzione dell’Orchestra Popolare da Riccardo Zangirolami. “Per me è un grandissimo  piacere e un onore essere qui, anzi sono molto ansioso per il Concertone nonostante siano ormai diversi mesi che stiamo lavorando a stretto contatto con i musicisti”. Così l’artista in conferenza stampa. “Per me – prosegue – è stata una sorpresa scoprire il vastissimo repertorio musicale della taranta, un repertorio che chiamare musica è riduttivo perché si tratta di cultura a tutti gli effetti. Perché cultura è anche l’esperienza della gente tutti giorni che poi costruisce una tradizione attraverso l’arte, che è la forma più alta per comunicare”.

Shablo Taranta
Foto da Ufficio Stampa

“Quello che portiamo sul palco è un repertorio che tiene conto dei diversi territori e questi mesi di preparazione sono stati necessari proprio per immergermi in questa dimensione. La Notte della Taranta per me rappresenta da sempre la manifestazione che trova nell’integrazione e nella sperimentazione il suo segreto. E se ancora oggi c’è questo grandissimo interesse nei suoi confronti, credo che il nostro ruolo si quello di allargarla alle nuove generazioni che vogliono conoscerla”.

A proposito, quindi, dell’approccio messo in campo, Shablo spiega: “L’idea che mi ha guidato è la volontà di dare continuità per un futuro che sia il più lungo possibile. E devo ringraziare Riccardo Zangirolami che è un esempio di apertura alle nuove generazioni: è giovanissimo ma già con grandissima esperienza anche all’estero. In questa edizione, tutte le ospiti sono delle grandissime professioniste, fin dalle prime prove hanno cantato in dialetto salentino in maniera perfetta. Non vedo l’ora, quindi, di farvi sentire quello che abbiamo fatto”.

Radici, urban e tradizione

Un approccio, quello dell’artista di origini sudamericane, che riparte da ricordi personali dell’infanzia – come ci racconta nell’intervista video – e che ha il sapore anche del viaggio personale. “Non credo che il mio ruolo sia di dare una versione definitiva della tradizione ma è semplicemente il mio filtro”, ci conferma. “Mi avvicino in punta di piedi e con grande rispetto, con un atteggiamento di leggerezza ma anche consapevolezza per l’importanza culturale che questa tradizione rappresenta. Secondo me, il maestro concertatore ha sempre portato il proprio mondo, contaminandolo con la tradizione”.

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Non manca, poi, la dose di esperienza maturata negli anni nel campo della musica urban. “La musica urban racchiude sfaccettature infinite e nasce in sostanza dalla strada. È la musica della gente, del popolo, e oggi continuo a fare musica di strada che di fatto ha influenzato la società intera, dalla danza alla moda. Racconta le storie delle persone comuni, oggi quello che chiamiamo urban è diventato pop e mainstream ma parliamo della stessa cosa. È musica che nasce dalla strada e racconta un disagio con un linguaggio di protesta. Un legame che trovo forte con la pizzica: urban, pop e taranta, quindi, hanno più punti di contatto che differenze”.

Gli ospiti 2024

Shablo Taranta
Foto da Ufficio Stampa

Infine, Shablo confessa anche di aver pensato a nomi internazionali da portare sul palco di Melpignano, cosa che non succede dal 2022 con Stromae. Tra i nomi sul tavolo Sam Smith, Dua Lipa e Sting. “L’ambizione iniziale era quella di portare un artista internazionale, non perché servisse allo spettacolo ma come cosa in più. Io stesso, per esempio, rimasi molto colpito da Stromae nell’edizione con Dardust: portò un modo di vedere diverso”.

“Solo in questo senso, quindi, un artista straniero avrebbe portato qualcosa in più ovvero volevamo evitare che facesse solo la sua hit e se ne andasse. Serviva, perciò, che si mettesse in gioco, si prestasse a entrare in comunicazione con la tradizione e a conoscere l’orchestra. Un coinvolgimento che richiede impegno e tempo. Quindi, sì, abbiamo contattato diversi artisti e da parte di molti c’è stata una valutazione, ma per motivazioni personali o per questioni organizzative siamo arrivati strettissimi coi tempi. Da qui la decisione di concentrarsi sul cast che avevamo costruito”.

E sul megapalco di Melpignano ci saranno, quindi, Angelina Mango, con Su Picculina in dialetto salentino e una versione inedita de La Noia; Gaia, con una performance ballata su Mena Mena Mò e la hit Chega in lingua portoghese; Geolier, con la versione pizzicata di I p’ me, tu p’ te e un medley con Shablo di Grazia/M Manc.A completare la lineup degli ospiti, STE,che intonerà Tammurriata Nera e il nuovo singolo Lose Control. Tutti, ovviamente, saranno poi coinvolti nel travolgente finale che ogni anno conclude il Concertone sulle note di Canitta.

Immagini da Ufficio Stampa