La vera ‘chicca’ dell’album è ‘A Minestrina, un duetto con Paolo Conte che racconta la storia d’amore tra due persone avanti con l’età: la canzone è rigorosamente in napoletano e l’incontro tra i due artisti è, a dir poco, magico. Mina si conferma dunque un’artista senza tempo e senza età, complice anche questa sua convinzione a non voler apparire: la negazione dell’immagine in un’epoca che ormai sfrutta l’immagine stessa fino al paradosso, usandola spesso come strumento per dire altro, per introdurre il Cavallo di Troia. Alla soglia dei 78 anni, Mina sceglie invece ancora una volta la voce e la musica per parlare. E si fa ascoltare, al di là dei rumori di fondo e del caos mediatico.