Andrea Camilleri
Andrea Camilleri non c’è più da qualche ora. L’Italia intera si sente un po’ orfana di questo grande intellettuale che ci lascia in eredità non solo i suoi romanzi, ma anche il suo impegno civile, in una società fin troppo distratta. E mentre i fan si chiedono che fine farà ora Il Commissario Montalbano, restano le sue parole, spiazzanti, sul celebre investigatore di Vigata.
Andrea Camilleri
Nonostante il peso dell’età, Camilleri non si è mai sottratto al confronto pubblico. Era il 20 febbraio del 2018 quando, ospite di Bianca Berlinguer a Carta Bianca, rivelò cosa pensasse realmente del Commissario Montalbano.
“Il successo de Il commissario Montalbano mi preoccupa, non vorrei che venissero a sotto la mia finestra a gridare: ‘Montalbano santo subito!’” disse con ironia.
Andrea Camilleri
Ma furono le parole che aggiunse a spiazzare un po’ tutti:
“Mi ero stancato di Montalbano al secondo romanzo. Volevo smettere, ma poi ha iniziato a vendere e non ho potuto smettere. Oramai lui per me è un ricattatore. Non ne posso fare a meno”.
Un successo vero quello del personaggio creato dalla penna di Camilleri che ha trionfato sia in libreria con i romanzi che in tv con la fiction Rai, che ha fatto registrare record di ascolti persino con le repliche.
Picchi di share che può vantare solo il Festival di Sanremo, programma che lui, Andrea Camilleri, non ha mai guardato.
Andrea Camilleri
Qualche mese dopo, a ottobre, mettendo da parte Il Commissario Montalbano, Andrea Camilleri – che aveva già perso la vista – ha rilasciato una intervista a Fabio Fazio, a Che tempo che fa. Parole che resteranno come uno dei più grandi insegnamenti di vita, contro l’odio e la violenza e a favore dell’accoglienza e dell’integrazione.
“Io oggi non vedo, ma purtroppo sento ancora. Non ho bisogno di vedere in faccia chi pronuncia certe parole. In questo momento è una fortuna essere ciechi. Non vedere certe facce ributtanti che seminano odio, che seminano vento e raccoglieranno tempesta. Stiamo perdendo la misura, il peso, il valore della parola. Le parole possono trasformarsi in pallottole, bisogna far cessare questo vento dell’odio atroce. Perché l’altro è diverso da me? L’altro non è altro che me stesso allo specchio. Abbiamo perso i valori”
disse lo scrittore siciliano.
Andrea Camilleri
Camilleri coltivava comunque una speranza: “Da quando non vedo, tutto mi è più chiaro: vorrei morire sapendo di lasciare i miei figli, nipoti e pronipoti in un mondo di pace. Spero molto nelle generazioni giovani, non disilludetevi”.
In fondo, non era pessimista e sempre nella trasmissione di Fazio, nel febbraio 2019, confidò:
“Ho una fiducia sconfinata nell’uomo e nella donna. Credo che l’umanità riuscirà a uscire bene da qualsiasi situazione. Il sapere, chi ce l’ha lo deve seminare come si semina il grano. Il sapere non è un’élite, ma l’uso quotidiano. Quando avverrà saremo veramente uomini sulla terra”.
Andrea Camilleri
In quei giorni imperversava la polemica su un episodio del Commissario Montalbano che aveva trattato il tema dell’immigrazione e Andrea Camilleri replicò così: “Ho semplicemente raccontato quello che succedeva qualche anno fa nella mia Porto Empedocle, quando la Guardia Costiera portava lì centinaia di migranti raccolti in mare. Se questa è polemica non so che fare, questa è cronaca, è Storia. Forse una volta avevamo più cuore. Porto Empedocle è un porto aperto, accogliente”.
Luca Zingaretti
Luca Zingaretti ha dato il volto al Commissario Montalbano, protagonista dei romanzi di Andrea Camilleri. L’attore, nel giorno della scomparsa dello scrittore siciliano, ha voluto ricordarlo con queste parole:
“Ho avuto la strana sensazione che bastasse un tuo tratto di penna a cambiare la mia vita. Ho vissuto accanto a te, nel tuo mondo, quello che avevi creato, quello che ti apparteneva perché uno scrittore non può che riportare se stesso nelle cose che scrive. E ho imparato tantissimo. Il rispetto per le persone, tutte, per se stessi, e per le persone deboli. Perché il tuo commissario è così che la pensa. A volerti bene no. Quello già sapevo farlo dai tempi dell’accademia, quando non ci trattavi da allievi, ma piuttosto da colleghi (…) So che ogni volta che dirò, anche da solo, nella mia testa, “Montalbano sono!” dovunque te ne sia andato sorriderai sornione, magari fumandoti una sigaretta e facendomi l’occhiolino in segno di intesa, comel’ultima volta che ci siamo visti a Siracusa”.