Quantcast
Il Messaggero

Biancaneve, una fiaba molto più cringe del film Walt

E’ la principessa per eccellenza del panorama Disney, ma Biancaneve, al pari di molte fiabe elaborate dalla casa di produzione americana, era una storia molto più cringe di quella che abbiamo visto sul grande schermo.

Biancaneve è esistita veramente

Ma attenzione, perchè Biancaneve potrebbe essere esistita veramente: ci sono diverse fonti sull’argomento, che puntano a rintracciare la vera nobildonna che ha ispirato i Grimm. Nel 1994 uno storico tedesco, Eckhard Sander, pubblicò il libro “Biancaneve: è una fiaba?”, nella quale si faceva risalire la celebre storia alla vita di Margaretha von Waldek, una contessa tedesca nata nel 1533 da Filippo IV e dalla sua prima moglie. Margeretha ebbe a che fare con una matrigna malvagia che la spedì in esilio a Bruxelles, dove sposò contro il volere della famiglia il futuro Filippo II di Spagna, e morì in circostanze sospette, forse avvelenata, a 21 anni.

Maria Sophia von Erthal fu la vera Biancaneve

Secondo altre fonti, la storia di Biancaneve sarebbe stata ispirata dalla vita di Maria Sophia von Erthal, figlia di un proprietario terriero e principe della Baviera, nata il 15 giugno del 1725. La ragazza a quanto pare era bellissima e molto buona, quasi una santa: peccato che la seconda moglie del padre, la contessa di Reichenstein, la costrinse a scappare di casa facendone una vagabonda. Si dice che la ragazza sia vissuta vagando nei boschi vicini, aiutata dagli operai che lavoravano nelle miniere del padre, finchè non è morta di vaiolo. Secondo altre fonti, la contessa si ritirò invece in convento, dove morì a 71 anni, cieca e dimenticata da tutti.

Biancaneve, sono esistiti anche i "nani" e lo specchio parlante

Molti i riferimenti alla fiaba che conosciamo: nel castello del padre di Maria Sophia c’era effettivamente una sorta di “specchio parlante”, dono del principe alla seconda moglie, un giocattolo acustico costruito nel 1720 in grado di registrare e riprodurre le voci di chi gli parlava (ora si trova nel Museo Spessart, allestito proprio nel castello conosciuto come quello di Biancaneve, nella cittadina di Lohr am Main).

In questa storia ci sono anche i nani e la miniera: gli operai che avrebbero aiutato Maria Sophia a sopravvivere non erano nani, ma comunque dovevano essere molto piccoli per infilarsi nei cunicoli, inoltre indossavano cappelli colorati.