Molti i riferimenti alla fiaba che conosciamo: nel castello del padre di Maria Sophia c’era effettivamente una sorta di “specchio parlante”, dono del principe alla seconda moglie, un giocattolo acustico costruito nel 1720 in grado di registrare e riprodurre le voci di chi gli parlava (ora si trova nel Museo Spessart, allestito proprio nel castello conosciuto come quello di Biancaneve, nella cittadina di Lohr am Main).
In questa storia ci sono anche i nani e la miniera: gli operai che avrebbero aiutato Maria Sophia a sopravvivere non erano nani, ma comunque dovevano essere molto piccoli per infilarsi nei cunicoli, inoltre indossavano cappelli colorati.