Capri Revolution di Mario Martone
‘Capri Revolution’, l’sola della rivoluzione dove una comunità arcaica, una comunica ispirata al naturalismo e l’utopia comunista si incontrano in un dialogo di evoluzione umana.
Il film di Mario Martone ‘Capri-Revolution’, in concorso a Venezia 75, chiude la trilogia del risorgimento. La sceneggiatura è scritta a quattro mani con la moglie Ippolita di Mario. L’ambientazione è Capri 1914, il film comincia proprio dove Martone ci lascia con il ‘Giovane Favoloso’, il golfo di Napoli.
foto@Ufficio Stampa La Biennale Cinema
Marianna Fontana è Lucia in 'Capri- Revolution'
La storia ruota intorno al personaggio principale di Lucia, una bravissima Marianna Fontana, una giovane capraia di vent’anni che sviluppa la propria identità di donna libera muovendosi tra la frequentazione di un giovane medico rivoluzionario ed il fascino di una comune locale vegetariana, omeopata, antimilitarista.
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Una scena di Capri Revolution
Il soggetto nasce, dice Martone, dall’osservazione di un dipinto di Diefenbach pittore che proprio nell’isola di Capri ha sviluppato una comune dalle caratteristiche indicate.
Mario Martone, nelle due ore della pellicola, ci conduce in un delicatissimo dialogo fra scienza, tradizione e spiritualità.
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L'affascinante capo della comune e il giovane medico rivoluzionario
Capri Revolution non è un film storico ma un trasfigurazione sul valore rivoluzionario dell’arte. Nell’isola di Capri, una sorta di eden, l’estetica angelica dei personaggi della comune si contrappone all’arretratezza e brutalità dei cittadini. Lucia è l’umana che trova una soluzione in uno sviluppo personale e sensoriale basato sulla coscienza di se, del proprio corpo del proprio pensiero attraverso la forza irresistibile di una sensualità latente che ci trascina in ogni sequenza.
Seducenti sono le coreografiche, la danza, la musica, i volti, gli sguardi e Martone riesce ad arricchire ogni dialogo sui grandi interrogativi dell’uomo con un’estetica vincente.
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Capri Revolution: un film assolutamente da non perdere
Il film, assolutamente da vedere, è fra i nostri preferiti in questa Venezia 75. Una nota particolare alle musiche di Sacha Ring in arte Apparat, particolarmente significati.
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