“Ho voluto fortemente lavorare a questo progetto perché ho sentito il bisogno di raccontarvi delle storie – spiega Emma – di raccontarvi di me e di farlo soprattutto a modo mio, un po’ strambo, tragicomico, ma tremendamente vero. È stato molto faticoso aprire i cassetti chiusi a chiave e tirare fuori le parole, i pensieri più intimi e profondi, le paure, tutto l’amore. Allo stesso tempo mi sono sentita leggera e forte davanti a tutto quello che ho avuto il coraggio di scrivere, rileggendo tutte le pagine ho pianto e ho riso, sono passata dal sentirmi sconfortata e debole al vedermi come una donna forte e determinata, una lunga seduta d’analisi, faccia a faccia con me stessa, perché ogni tanto è giusto fare i conti e tirare le somme, anche se la matematica non mi è mai piaciuta”.