“Girare questa fiction è stata innanzi tutto una gioia infinita e la realizzazione di un sogno, perché conosco benissimo il libro, ci ho addirittura preparato una tesina sopra. – dichiara Stefano ai nostri microfoni – C’era una sorta di lessico familiare a casa mia attraverso cui si parlava con le frasi del film. Mio padre citava spesso addirittura Salvatore, che è il personaggio che sono stato chiamato a interpretare. Quando mi hanno detto che lo avrei interpretato è stata una mazzata, sono uscito dalla camera del casting dicendo alla mia agente Ma veramente ci hanno offerto questo ruolo?. Che dire? Per me è la realizzazione di un sogno che poi si è ingigantito ancora di più quando siamo andati a Cinecittà a girare. Lì ti ritrovi di fronte a dei mostri sacri, per i quali di solito esci di casa per vedere un film. E invece ti ci ritrovi insieme. Penso che sia l’esperienza più straordinaria da quando faccio questo lavoro”.