Nato in una famiglia di contadini il 16 novembre 1930, a 13 anni perde il padre e il fratello nell’esplosione di una bomba. A 18 anni viene “combinato” ufficialmente in Cosa Nostra da Luciano Liggio e si fa subito riconoscere per la sua inaudita ferocia. A 19 anni finisce nel carcere dell’Ucciardone per aver ucciso in una rissa un suo coetaneo. Ma è la strage di Viale Lazio, nel 1969, a portarlo agli onori della cronaca. Da quel momento la sua ascesa alla vetta di Cosa Nostra è continua e insanguinata. C’è lui dietro la morte dei magistrati Falcone e Borsellino e dietro le vendette ordite contro i pentiti del maxiprocesso palermitano, iniziato nel 1986.
Il 15 gennaio 1993 la sua vita di boss in latitanza si conclude con l’arresto che lo costringe a 25 anni di reclusione sotto il regime del 41 bis. Da quella condizione di carcere duro Riina non abdica mai davvero al suo ruolo di boss fino alla morte lo scorso 17 novembre.