Poi il cyberbullismo, gli haters, gli insulti. Da lì la rabbia e la voglia di rivincita. “Solo con il tempo ho capito che stavo aiutando altri ragazzi con disabilità. – continua a raccontare Massimiliano – Ho capito di poter far capire alle persone che basta essere se stessi, a prescindere da ciò che accade. Sono aumentate le motivazioni, la popolarità e ho fatto un altro passo. Perché non basta essere un esempio fisico, bisogna andare in profondità. Oggi ho appeso il mouse al chiodo e faccio altro”.