Il Mosè di Michelangelo è stato realizzato da Buonarroti nell’ambito del complesso statuario concepito quale tomba di Papa Giulio II, conservato nella Chiesa di San Pietro in Vincoli a Roma.
L’opera ebbe una vita travagliata, tanto che lo stesso Buonarroti la definì “la tragedia della sua vita“. Michelangelo impiegò infatti circa 40 anni a terminare la commissione di Papa Giulio II della Rovere, cominciando nel 1505 a scegliere direttamente il blocco di marmo sul quale lavorare nelle cave di Carrara.
L’opera avrebbe dovuto trovarsi inizialmente nella Basilica di San Pietro ma, dopo la morte di Giulio II e la successione di altri quattro papi, si optò alla fine per disporla nella chiesa di San Pietro in Vincoli.
Un travaglio lunghissimo, costellato di polemiche e ripensamenti, nonché accuse e cambi di posizione da parte dei nuovi papi nel frattempo saliti al Soglio di Pietro.
Tra l’altro, lo stesso Michelangelo cambiò più volte i suoi progetti, tanto che si ritiene che, dopo circa 25 anni dall’inizio del Mosé, l’artista decise di spostarne la posizione del viso per fargli assumere quella attuale, di lato. Una decisione che però avvenne solo dopo che lo aveva inizialmente già scolpito in posizione frontale.
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