Lo scontro a Non è l'Arena
A Non è l’arena va in scena uno strano scontro tra virologi riguardo ai destini del coronavirus. Tra chi sostiene che il Covid-19 sia clinicamente morto e chi invece precisa che la strada da fare è ancora lunga, spunta il parere di Alessandro Cecchi Paone, che è riuscito a mettere il punto su questa lunga discussione.
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I virologi in studio a Non è L'Arena si sono scontrati
I due personaggi principali presenti in studio da Massimo Giletti erano Matteo Bassetti, direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova; e Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe (che fornisce numeri sul Coronavirus ma che era salita all’onore delle cronache per aver contestato i dati della Regione Lombardia, sostenendo che fossero in qualche modo truccati).
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Il coronavirus è ai titoli finali?
Matteo Bassetti ha cominciato dicendo che “Il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore della Sanità controllano i dati che noi mandiamo. Quando questi dati vengono messi in dubbio, si mette in dubbio l’operato di noi medici. Liguria e Lombardia hanno numeri sotto controllo. Dire il contrario vuol dire andare contro a quello che noi vediamo tutti i giorni nei nostri ospedali”.
Tra i virologi si è espresso anche Fabrizio Pregliasco dell’Università di Milano, dicendo che “Siamo in costante diminuzione, siamo nel fanalino di coda della coda”.
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Cartabellotta: "Non siamo fuori dal coronavirus"
Cartabellotta, però, ha voluto dire la sua: “Le situazioni fotografate oggi sono quelle di due-tre settimane fa. Non abbiamo ancora visto la situazione dopo l’apertura. Non è vero che non c’è più rischio. I numeri non significano che il virus sia scomparso. Non dobbiamo confondere la condizione clinica del virus con quella scientifica”.
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Il coronavirus è clinicamente morto?
Poi, Massimo Giletti ha mostrato uno spezzone di Mezz’ora in più di Lucia Annunziata, dove il Alberto Zangrillo del San Raffaele ha detto: “In realtà il virus dal punto di vista clinico non esiste più. I tamponi attuali hanno una carica virale infinitesimale rispetto a quella che avevano un mese fa”.
Matteo Bassetti ha fatto sua quest’ultima posizione: “Zangrillo è stato attaccato da tutti. Non da me e non dai clinici. Chi fa il medico quelle cose le ha viste sul campo nell’ultimo mese. Le ragioni perché possa essere successo sono da dimostrare, ma l’effetto clinico è questo. Chi lo nega, nega un’evidenza clinica, che osserviamo nei nostri pronto soccorso e terapie intensive”.
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Non è l'Arena, Cecchi Paone dice la sua sulla morte del coronavirus
A chiudere il cerchio è arrivato Alessandro Cecchi Paone, che ha concluso così: “Qui ci sono i clinici, quelli che stanno in ospedale, che ci dicono ‘se non ho malati, non ho più la malattia’. E poi ci sono dei signori che hanno fatto della loro gestione della sanità e dei posti di potere un mestiere. Basta dire che non possiamo permetterci una seconda ondata di coronavirus. Possiamo permettercela sì, perché ci avete detto che abbiamo aumentato il numero dei posti e inventato nuove terapie, per cui non sarebbe la stessa tragedia che abbiamo vissuto. Non la vogliamo ma oggi possiamo permetterci una seconda ondata. Non fate terrorismo, non mettete addosso alla gente l’angoscia. Avete messo 60 milioni di persone in angoscia. Basta, basta, basta!”
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