Il decimo Festival di Patty Pravo

Nove partecipazioni (al momento) e quattro premi della critica. Il palmares di Nicoletta Strambelli nella cittadina ligure fa sicuramente notizia, anche se Patty non si è di certo fatta mancare qualche polemica nel tempo. A Sanremo, la Pravo debutta nel 1970 con La spada nel cuore (che in quell’edizione veniva cantata anche da Little Tony), classificandosi al quinto posto. Sono gli anni ’80, però, che vedono Patty dominare l’Ariston, dove torna dopo 14 anni di assenza (nel 1984) con Per una bambola. Arriverà decima, ma conquisterà anche il primo Premio della Critica. Nel 1987, con Pigramente Signora, il Sanremo di Patty è turbolento: l’artista viene infatti accusata di plagio e i giorni successivi alla kermesse, per lei, saranno tutt’altro che semplici. Non è un caso che il Festival torni ad ospitarla solo 8 anni dopo: nel 1995, la Pravo porta all’Ariston I giorni dell’armonia (scritta da Maurizio Monti e Giovanni Ullu, già autori di Pazza Idea). Non sarà una grande gara, perché Patty arriverà ultima, per rifarsi poi nel 1997 con il successo di …E dimmi che non vuoi morire. Da lì, per Patty Pravo inizia una vera e propria rinascita discografica, consacrata dal brano scritto da Vasco Rossi e Gaetano Curreri, che le assicurerà anche il Premio della Critica.
Nel 2002 è la volta de L’immenso, nel 2009 di Ed io verrò un giorno là, nel 2011 de Il vento e le rose. Il 2016, finalmente, è l’anno di Cieli immensi, che le ha regalato il suo quarto Premio della Critica. Il 2019, per ora, resta un’incognita: l’accoppiata con Briga è indubbiamente bizzarra e dai risvolti indecifrabili, ma del resto Patty Pravo ci ha abituato alle sorprese. Siamo certi che non rimarremo delusi.