Il lavoro, ad ogni modo, non è stato semplice. “Come succede con qualsiasi forma d’arte” commenta Raz con filosofia. “La sfida più difficile – continua poi – era sapere che il progetto sarebbe stato confezionato per la tv, ed è stato il più grosso sacrificio. Se mi mandi un anno nella giungla per un progetto lo faccio, la parte successiva è quella più difficile da superare”.
Sugli ospiti invitati nei suoi viaggi, Raz non mostra altro che entusiasmo: “Tutti hanno colto l’occasione di uscire un attimo nell’incognito – commenta – ognuno di loro è stato specificamente scelto, Asia per la puntata sulle donne, Piero per la musica e i tatuaggi, Luca per l’avventura e la montagna. Tutti volevano una pausa dalla loro quotidianità per riflettere. Il viaggio è una cosa, ma è il viaggio interiore che ti fa capire cosa accade a livello esteriore ed è un privilegio. Soprattutto oggi che siamo bombardati di informazioni, immagini e suoni. Dobbiamo riflettere sulle tradizioni e sui diritti umani, per i miei ‘ospiti’ è stato un dono. Ricordiamo il viaggio più della sua durata, perché resta dentro di noi per tutta la vita. La vita stessa è un viaggio. La cosa più preziosa che abbiamo sono i nostri ricordi, sono come un libro di fotografie e quando li leggiamo abbiamo un paragone che ci dà modo di valutare e apprezzare, è un parametro di misura che se resti fermo non avresti”.