Sono passati 16 anni da quel tragico 11 settembre del 2001 che mise in ginocchio gli Stati Uniti. Due aerei, pilotati da terroristi appartenenti a Al-Qaeda, si schiantarono sulle Torri Gemelle di New York, provocandone dopo qualche ora il drammatico crollo, a cui hanno assistito in diretta miliardi di persone in tutto il mondo. Il bilancio fu di quasi 3000 morti, tra cui molti pompieri che hanno dato la vita per salvare le persone incastrate tra le lamiere: 343 vigili del fuoco morirono nell’inferno scatenato dagli attacchi, impossibilitati a fuggire dopo aver fatto il proprio lavoro.
Non molto tempo fa, il pompiere sopravvissuto Dan Potter ha voluto raccontare in prima persona quel giorno ahimè indimenticabile, descrivendo il terrore e nello stesso tempo la forza d’anima dei suoi colleghi.
“La mia esperienza mi suggerì di non rimanere per strada per via dei detriti che cadevano dall'alto e che avrebbero potuto uccidere all’istante. – ricorda Dan – Mi fiondai verso il palazzo più vicino, che aveva subito grossi danni dal crollo della Torre Sud. Era il Bank Trust Building. Entrando nel palazzo incontrai cinque o sei 'zombie che camminano', persone ferite e con il volto ricoperto di polvere grigia con sangue e sudore che colavano. Li condussi verso il retro del palazzo dove, dissi loro, sarebbero stati al sicuro”.
Dopo il secondo crollo, Potter racconta: “Di nuovo, l'aria era piena di oscurità totale e polvere nera, non riuscivamo a respirare. (…) Strisciammo sulle mani e sulle ginocchia in una direzione sconosciuta, la mia lampada di emergenza non fu di alcuna utilità. Strisciammo per una breve distanza e grattai la superficie con le mani. La polvere grigia e spessa rivelò una superficie nera, eravamo su una strada. Strisciammo un po' di più e trovammo due o tre autovetture in fiamme. Stavano bruciano furiosamente, ma nessuno le vedeva per via della densa nube di polvere nera. L'aria si schiarì un po', potemmo alzarci. Vedevamo frammenti di carta incendiata, tutti i palazzi circostanti in fiamme, c'era un silenzio tombale e non si vedeva nessuno. Sembrava l'epilogo di un film sulla fine del mondo”.