Steve Hackett alla Cavea dell’Auditorium rievoca emozioni sonore irripetibili con il suo “Genesis Revisited Tour”
Vecchi e nuovi fans dei Genesis non hanno ormai più dubbi: Steve Hackett, ex chitarrista della band britannica, è diventato da anni il vero custode della storica memoria musicale di quella eccezionale formazione progressive (fra le migliori in assoluto insieme a King Crimson , Yes ed Emerson, Lake & Palme) ed insieme protagonista di una carriera solista di alto livello (intrapresa già prima dell’uscita dai Genesis, nel 1977).
E quindi i tanti appassionati che hanno deciso di partecipare al suo live del 20 luglio alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica lo hanno fatto consapevoli di assistere ad un concerto in grado di riportare a galla emozioni sonore irripetibili. Un’aspettativa positiva allargata anche a tutto ciò che il chitarrista, compositore e vocalist inglese ha realizzato al di fuori della sua splendida avventura insieme a Gabriel and co. E così anche la prima parte del live (dedicato alla riproposizione integrale dello splendido album dei Genesis “Selling England by the Pound”) è stata bene accolta. Un set dove sono passate in rassegna molte delle composizioni soliste di Hackett ed, in particolare, quelle tratte dal lavoro del 1979, “Spectral Mornings”. Un’ora abbondante di musica che lascia intendere la coesione e la grande tecnica dei musicisti sul palco, fra i quali il batterista Craig Blundell (Steven Wilson, Pendragon etc.), il vocalist Nad Sylvan (a cui spetta l’arduo compito di sostituire Gabriel) e Rob Townsend (flauto, sax e percussioni).
Il tutto concluso splendidamente con uno stratosferico assolo di chitarra sulle note di “Clocks-The Angel of Mons”, tratta sempre da quell’ottimo album solista che compie, proprio in questi giorni, quarant’anni dalla prima pubblicazione. Quindici minuti d’intervallo e poi tutti ai loro posti in trepidante attesa dell’esecuzione di “Selling England by the Pound”, introdotta da raffinate note vocali ricamate da Sylvan (sempre più convincente dopo alcune limitate incertezze iniziali e coadiuvato egregiamente da Hackett e soci).
Si parte con “Dancing With the Moonlit Knigt” e, per un attimo, il tempo sembra essersi fermato. Sono passati ben quarantasei anni dall’uscita del disco ma quelle trame strumentali, aggiornate attraverso la moderna tecnologia ed un maggior ricorso a sax e flauti vari, appaiono ancora attuali ed, anzi, superiori per qualità sonora a tante incensate produzioni attuali. E poi possiedono un potere evocativo in grado di scavare nel profondo e far commuovere gran parte del pubblico presente. “Firth of Fifth” e, soprattutto, “The Cinema Show” (in una strepitosa versione) sono il clou di una serata indimenticabile che conferma Steve Hackett e la sua band ai vertici del panorama musicale internazionale. Così grandi e professionali da concedere dopo ben due ore di concerto un lungo ed entusiasticamente accolto bis: “Los Endos”, tratto dall’album dei Genesis“Trick of the Tail” (il primo con la voce solista di Phil Collins).
Set list Auditorium:
Every Day
Under The Eye Of The Sun
Fallen Walls and Pedestals
Beast in Our Time
Tigermoth
Spectral Mornings
The Red Flower of Tachai Blooms Everywhere
Clocks – The Angel of Mons
Dancing With the Moonlight Knight (Genesis song)
I Know What I Like (In Your Wardrobe) (Genesis song)
Firth of Fifth (Genesis song)
More Fool Me (Genesis song)
The Battle of Epping Forest (Genesis song)
After the Ordeal (Genesis song)
The Cinema Show (Genesis song)
Aisle of Plenty (Genesis song)
Déjà vu
Dance on a Volcano (Genesis song)
Myopia/Los Endos (Genesis song)
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