Il Concerto delle Ceneri della Fondazione Ugo e Olga Levi ha visto protagonista il ‘Quatuor pour la fin du Temps’ di Olivier Messiaen.
Come ogni anno, anche nel 2025 Venezia ha ospitato il Concerto per il Mercoledì delle Ceneri, organizzato dalla Fondazione Ugo e Olga Levi. L’evento, a ingresso libero fino a esaurimento posti, è stato organizzato in collaborazione con il Conservatorio di Musica Benedetto Marcello, la Fondazione Teatro La Fenice, Chorus – Associazione per le chiese del Patriarcato di Venezia e con il sostegno di Lyra srl Impresa sociale.
Quest’anno, nella splendida cornice della chiesa di Santa Maria del Carmelo, è stato eseguito il Quatuor pour la fin du Temps di Olivier Messiaen dall’Ex Novo Ensemble e da Sandro Cappelletto, che ha letto alcuni suoi testi.
Il Concerto delle Ceneri e il Quatuor pour la fin du Temps
Il Quatuor è stato composto da Olivier Messiaen sulla base di alcune suggestioni provenienti dai testi dell’Apocalisse. Fu eseguito la prima volta nel gennaio del 1941 durante la prigionia del compositore a Stalag in Slesia: «Lo Stalag era sepolto sotto la neve, con un freddo atroce. I quattro strumentisti suonavano su strumenti rotti: il violoncello aveva solo tre corde, i tasti del mio pianoforte si abbassavano e non si risollevavano più. I nostri vestiti erano inverosimili: mi avevano infagottato in una veste verde ridotta a brandelli e portavo degli zoccoli di legno».
«L’idea del concerto è nata per gli studi sulla musicologia che la Fondazione Ugo e Olga Levi porta avanti. Volevamo potesse evocare una sensibilità e dare uno spunto di riflessione. – commenta il Presidente Davide Croff – Quasi inaspettatamente, questa iniziativa ha trovato un successo di pubblico. Anno dopo anno abbiamo quindi dovuto anche cercare sedi più grandi. Per questo negli ultimi anni il concerto si tiene nella Chiesa di Santa Maria del Carmelo, è di dimensioni importanti e la riempiamo fino all’orlo».
«A 20 anni di distanza, questa iniziale idea si è consolidata ed è diventata un segno della città. – conclude il Presidente – Quest’anno abbiamo optato per una performance di musica da camera del ‘900». È infatti nel 2004 che la Fondazione Levi ha avviato un ciclo annuale di concerti per il giorno delle Ceneri a Venezia. L’intento è quello di offrire un momento unico e di riflessione condiviso dopo i clamori del Carnevale. Un evento che coniuga valori culturali e spirituali e che ha da subito suscitato vivo interesse nel pubblico cittadino.
Il repertorio
«La scelta del repertorio – dice il Direttore della Fondazione Giorgio Busetto – è legata all’idea di introdurre anche il ‘900 nel Concerto delle Ceneri, che tradizionalmente ricorda musiche dei primi secoli o della tradizione etnica. Si arrivava fino al ‘600. In questo senso rappresenta un salto rispetto al passato. Si lega tuttavia a una serie di attività sviluppate in Fondazione sull’ebraicità dei fondatori e alla parziale ebraicità del loro lascito e della biblioteca. Dico parziale perché credo che sia uno degli esempi più straordinari di assimilazione: i Levi sono stati veneziani e contemporanei prima che ebrei, senza rinunciare al loro essere».
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«Una delle linee di lavoro della Fondazione riguarda la musica ebraica – conclude Busetto – e la musica concentrazionaria, sviluppata nei campi di concentramento, come nel caso di questo testo di Messiaen. Era un cattolico francese imprigionato in un campo di concentramento. Ha creato questa composizione in una situazione incredibile di difficoltà. Ad esempio, il contrabbasso non aveva tutte le corde. Nonostante questo, è un testo dove la presenza dell’Apocalisse diventa una presenza che non è solo cattolica, ma in qualche modo universale e anche ebraica. In questo senso, Messiaen diventa una presenza cara perché quello che esprime in termini di dolore attraverso la forma musicale è assolutamente straordinario. E avrà un seguito mai più interrotto dalla fine della guerra».
Foto di Noemi La Pera