‘Girl Crush’ è il manga di Midori Tayama (edito da J-POP Manga) che racconta il rapporto tra K-pop e Giappone.
Arriveranno finalmente in Italia, editi da J-POP Manga, i primi due volumi della serie Girl Crush di Midori Tayama. Un viaggio nel mondo del K-pop che parte però dal Giappone: le due protagoniste – Tenka Momose e Erian Sato – sono infatti due adolescenti giapponesi appassionate di musica e danza. Tenka Momose è bellissima e bravissima (al punto da sembrare irraggiungibile), mentre Erian Sato vive di spontaneità, empatia ed emozioni. Entrambe appassionate di musica, decideranno di volare insieme in Corea del Sud per diventare idol: impareranno a conoscersi e ad apprendere l’una dall’altra, anche se il mondo del K-pop prevede una forsennata competizione e non sempre favorisce le sane amicizie.
Girl Crush colpisce proprio per la veridicità dei suoi personaggi, oltre ad offrirci un interessante punto di vista sull’influenza del K-pop in Giappone, dove i gruppi coreani spopolano ormai quasi quanto in patria. Spesso gli idol e i gruppi coreani prevedono infatti eventi e promozione in terra nipponica e persino interi album in giapponese. Cosa colpisce esattamente del fenomeno K-pop colpisce i fan giapponesi? Lo abbiamo chiesto a Midori Tayama.
Girl Crush: il Napoli Comicon l’evento a Milano
Girl Crush farà il suo debutto a Napoli Comicon e arriva poi in libreria, fumetteria e in tutti gli store online dal 30 aprile. J-POP Manga è partner delle finali nazionali del contest itinerante K-pop Dance Fight Fest che avranno luogo a Napoli e Bergamo Comicon, con l’organizzazione di Comicon Italia in partnership con K-ble Jungle. In occasione della finale nazionale categoria crew a Napoli e della finale nazionale categoria solisti a Bergamo, J-POP Manga mette in palio per i vincitori i primi due volumi del nuovo manga con in aggiunta alcuni gadget da collezione ispirati alla serie. Altri gadget esclusivi verranno omaggiati ai runner up.
Per il lancio di Girl Crush ci spostiamo invece a Milano con un evento speciale che avrà luogo a Milano sabato 20 aprile presso Coll Bubble Tea di Corso Garibaldi 127 alle ore 15:30. Durante l’evento sarà possibile degustare speciali Bubble Tea dedicati alle due protagoniste, Tenka Momose e Erian Sato, e acquistare in anteprima i primi due volumi di Girl Crush con in omaggio gadget ufficiali della serie, disponibili esclusivamente in occasione dell’evento.
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Intervista a Midori Tayama
Come mai ha deciso di scrivere una storia a tema K-pop?
«Quando dissi al responsabile dell’epoca che mi interessavano molto le coreografie e la moda degli idol K-pop, mi suggerì di provare a disegnare una storia su degli aspiranti idol K-pop. E poi da lì, tutto è iniziato».
Sembra che la relazione tra Momose Tenka e Satou Erian sia complicata: c’è stima reciproca, ma anche competizione. Com’è nato questo aspetto della loro amicizia?
«Credevo sarebbe stato interessante realizzare il contrario di un’ambientazione classica, in cui di solito troviamo una protagonista ordinaria ma con un talento brillante e una bellissima studentessa modello come rivale. E così ho pensato di creare questa rivalità tra Tenka e Erian».
A volte, sembra che Tenka voglia aiutare Erian, mentre in altri casi la vede come una rivale: è un personaggio pieno di sfumature.
«Tenka è orgogliosa dei suoi sforzi. Dal momento che non pensa che Erian si stia impegnando più di lei, non può nemmeno capire che Harumi è attratto da Erian. Fino a quando Tenka respingerà Erian, continuerà ad avere nei suoi confronti un atteggiamento meschino. Ma, se l’accetterà, collaboreranno insieme come rivali che si stimano a vicenda. Penso siano questi gli standard di comportamento di Tenka. All’inizio della storia non aveva una personalità tipica da protagonista».
Tra tutti i personaggi, quello in cui mi sono forse rivista di più è Harumi perché si gode le sue passioni senza pressione. Questa differenza tra i personaggi è voluta? E sarebbe corretto dire che Tenka rappresenta l’ambizione, Erian la passione e Harumi le persone che non si lasciano trascinare né dall’una né dall’altra?
«Sì, esatto, li sto disegnando immaginandomeli più o meno così. Harumi è quel tipo di persona che, in senso buono, non ha preoccupazioni. È entusiasta delle cose che gli interessano in quel momento e che vive nel presente. Tenka, Erian e Harumi hanno ognuno i propri punti di forza e, se si influenzeranno a vicenda, credo ci saranno delle evoluzioni interessanti».
Parliamo di K-pop. Cosa pensa dell’influenza del genere in Giappone? È comune che ragazze e ragazzi giapponesi volino in Corea del Sud, anche se il J-pop è una realtà solida?
«Prima della serie, ho intervistato delle ragazze giapponesi che sono andate in Corea del Sud per diventare idol K-pop. Mi hanno detto di ammirare il fascino dei gruppi K-pop che nascono con il concept chiamato Girl Crush. Ho avuto l’impressione che, visto che in Giappone le idol con uno stile dolce e innocente erano mainstream, chi era attratto da quelle con uno stile più energico e audace si è spontaneamente rivolto verso le idol K-pop. Però tutto questo accadeva circa quattro anni fa, quindi le cose ora potrebbero essere diverse».
Nei suoi disegni, i riferimenti a gruppi K-pop reali sono molti (Erian indossa una maglietta con scritto CARAT, il nome del fandom dei SEVENTEEN). Ha effettuato molte ricerche o è una fan e voleva mostrare ogni aspetto di questo mondo?
«Dopo che ho utilizzato il logo ARMY (il nome del fandom dei BTS) sulla maglietta di un personaggio, ho pensato che sarebbe stato interessante associare le parole inglesi dei loghi delle magliette ai nomi dei fandom, e in questo senso ho disegnato la maglietta CARAT. Ma questo vincolo era difficile da sostenere, quindi presto ci ho rinunciato…».
Nel manga, le Bright Rose sono il gruppo del momento. Com’è nata questa girl band nella sua mente e cosa ha ispirato i vari membri?
«Ho fatto riferimento a vari gruppi che nascono con il concept chiamato Girl Crush».
La descrizione del mondo K-pop è molto accurata, solo i nomi cambiano rispetto alla realtà. Per esempio, le tre maggiori agenzie in Corea del Sud hanno nomi di fantasia. L’ARC si ispira a una reale agenzia?
«Non so perché, ma i nomi che sono formati da 2 a 4 caratteri dell’alfabeto mi sembrano agenzie di intrattenimento coreane. Quindi, basandomi su questa mia percezione personale, ho scelto ARC come parola che potesse essere sia breve che significativa».
Nel manga ci sono anche scene di danza: qual è stata la sfida più complicata nel disegnarle?
«Dato che il manga ha figure statiche, la sfida è stata riuscire a rendere i movimenti delle coreografie con immagini fisse. Faccio molta attenzione sia al disegno che all’impaginazione, in modo da permettere ai lettori di percepire il movimento durante tutta la lettura».
Si definisce una fan del K-pop?
«ただの一K-popファンです!Sono solo una fan del K-pop!».
Traduzione intervista di Aurora Leode Fadonougbo, supervisione di Ilenia Cerillo.