‘Mayans M.C.’, J.D. Pardo: «Non sono un politico, ma spero che questa serie apra più porte alla comunità latina»

Mayans M.C., J.D. Pardo: “Non sono un politico, ma spero che questa serie apra più porte alla comunità latina”

Il 6 dicembre su Fox (canale 112 di Sky) andrà in onda Mayans M.C., lo spin-off di Sons of Anarchy. Sarà una maratona di tutti e 10 gli episodi della prima stagione, dalle 21.00 alle 7.00 del mattino del 7 dicembre, che saranno poi disponibili da subito su Sky On Demand.

In occasione di Fox Circus, tenutosi lo scorso week end a BASE di Milano, abbiamo incontrato J.D. Pardo, attore protagonista della serie, che veste i panni di Ezekiel Reyes, giovane alla ricerca del sogno americano, tra motociclette, droga, armi e soldi. Lo show racconta la storia della gang messicana dei Mayans che, nella serie madre, controllava la zona del confine tra Messico e USA ed era il principale club antagonista dei motociclisti di Charming: due bande in bilico tra conflitto e alleanze.

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“Sono decisamente diventato un fan di Sons of Anarchy, non lo vedevo mentre andava in onda. – racconta J.D. Pardo ai nostri microfoni – Quando ho saputo di Mayans, sapevo di volerne far parte così ho fatto delle ricerche su Sons of Anarchy, ho visto il primo episodio e poi ho fatto binge watching di tutte le 7 stagioni in pochi giorni. E il mio desiderio di far parte dello show si è solo intensificato. Volevo far parte del franchise e di questa storia”.

Non è un personaggio semplice quello di EZ: da una parte si porta dietro un passato gravoso, per rappresentare il quale Pardo ha fatto molte ricerche sulla vita in prigione, dall’altra ha l’onere di portare il messaggio dell’intera comunità latina, non sempre rappresentata a dovere in tv.

“Sento sempre responsabilità quando interpreto un personaggio e per EZ in particolare, perché Sons of Anarchy è famoso in tutto il mondo e i fan sono molto leali. Se siamo qui è per merito loro. – commenta l’attore – Quindi mi sento responsabile in primo luogo nei loro confronti, voglio che a loro questo show piaccia e che siano interessati a questi personaggi e alla storia. Penso anche che, considerati i tempi che corrono, ci sia tanta consapevolezza sul fatto che la comunità latina sia poco rappresentata ad Hollywood, anche se il mio approccio al lavoro non è stato mai fondato su questo. Non ho mai visto me stesso come appartenente a una categoria. Non sono qui a rappresentare la comunità latina. Altrimenti avrei fatto politica, invece sono un artista. Detto ciò, capisco cosa stia accadendo oggi e le lotte della comunità latina, quindi un po’ di responsabilità c’è e la devo rispettare e onorare e capire anche che il mio lavoro non è solo per me stesso, ma serve anche ad aprire le porte per altre persone”.