A Lucca Comics & Games arriva Francesca Siviero per presentare la prima produzione originale manga made in Star Comics. Si tratta di Willowing, una miniserie dark fantasy dai contorni boy’s love. La vicenda è ambientata in un mondo alternativo dai contorni steampunk, con protagonista Keith, un ex romanziere di successo e ora hikikomori dopo essere sprofondato in un baratro di depressione e crisi creativa.
Che effetto fa presentare Willowing a Lucca Comics & Games?
«Fa un effetto strano, perché mi sembra tutto più grande di me. Spero solo che il pubblico lo accolga bene».
Come e quando nasce Willowing?
«Willowing nasce durante la pandemia. Mi sono ritrovata a parlare con altri miei coetanei su internet e mi sono resa conto che la sensazione del tempo che passa e della mancanza di controllo sulle cose che capitano è molto diffuso nella nostra generazione. Come se dovessimo arrivare a degli obiettivi che non riusciamo mai a ottenere. Ho iniziato a pensare a un protagonista che incarnasse questa sensazione: così nasce Keith, che si ritrova ad essere uno scrittore fallito in un mondo a cui non appartiene. Non fa parte della metropoli, ma neanche del luogo in cui è nato».
A cosa ti sei ispirata per le ambientazioni?
«Ho pensato a un luogo in cui la natura non esistesse più. Volevo creare un ambiente secco, forse anche eccessivamente sterile, in contrasto con quella che è poi l’ambientazione di Willowing che è invece un’oasi verde».
Willowing parla di temi molto attuali e di cui si discute molto: com’è stato per te inserire questi temi nella storia e quanto è stato complicato magari indagarli?
«In realtà non è stato complicato indagarli, perché è ciò che vivo tutti i giorni. Ho cercato di trasmetterlo al meglio nelle pagine e attraverso il protagonista. La questione ambientale ho cercato di inserirla senza che fosse predominante, perché non volevo fosse un argomento troppo pesante e che togliesse spazio alla storia in sé».
Willowing è descritta come un’opera a tinte BL. Come mai hai scelto di esplorare questo genere?
«Innanzi tutto mi hanno fatto notare che so disegnare molto bene i ragazzi. Il pubblico che già mi seguiva mi ha spinto in quella direzione. Secondo me, però, nonostante ci siano molti movimenti che portano all’accettazione di tutti i tipi di amore, in questo momento non è ancora così normale. Nel mio caso un boy’s love è un po’ come Romeo e Giulietta: una storia d’amore non accettata».