Marika Herzog arriva a Lucca Comics & Games 2024 per presentare il suo nuovo lavoro, Sleepy Boy (Star Comics). Vincitrice del Phantastik Preis Award (Best German-Language Comic) e dell’AnimaniA Award (Best Manga National), Marika Herzog ci racconta la storia di Nate, un adolescente la cui vita è resa veramente complicata da un grave problema: non appena si addormenta, i suoi incubi prendono vita e rischiano di diventare una minaccia per chi gli sta intorno. Questo costringe Nate a bere continuamente caffè per restare sveglio il più possibile, ma quando in cielo appaiono orologi misteriosi il mondo dei sogni sembra fondersi con quello della veglia.
Sleepy Boy è una storia fantasy, ma quale aspetto della realtà l’ha ispirata?
«Sicuramente il fatto che bevo tantissimo caffè. Ma veramente tanto! Poi ho tre gatti che mi tengono sveglia di notte. Ho tanto lavoro, ma anche tanti momenti divertenti con mia sorella in cui collaboriamo insieme e ci scambiamo idee. Così nasce Sleepy Boy. In realtà mi ha ispirato molto anche il fatto di soffrire di paralisi del sonno. Tanta gente ne soffre ed è un incubo, anche se sei sveglio non puoi scappare. Credo che queste mie esperienze siano il motivo principale per cui ho scritto Sleepy Boy».
LEGGI ANCHE: Francesca Siviero a Lucca Comics & Games: «’Willowing’ e lo spaesamento della mia generazione»
Nate è un adolescente come tanti, ma la sua vita non è affatto normale. Come nasce questo personaggio?
«È difficile da spiegare perché Nate è nato per sbaglio. Mi spiace dirlo in realtà, ma è così! Quando lavoro alle storie e ai personaggi, a volte mi basta una parola o un schizzo e solo dopo prendono vita. Stavo disegnando e, dopo aver finito una bozza, ho pensato di voler scrivere una storia su quel personaggio. E così è nato Nate. Poi conosco molto bene il mondo delle leggende sugli specchi. Sono storie antiche secondo cui, ad esempio, lo specchio è l’ingresso per un altro mondo dove c’è un tuo doppelgänger. Si dice che sia meglio quindi non avere uno specchio di fronte al letto perché di notte il tuo alter ego può arrivare e sostituirsi a te. Anche l’idea di questo riflesso ha ispirato il personaggio di Nate, perché ho portato il concetto di questo riflesso, di questo incubo, questa leggenda nella storia».
C’è tantissimo caffè in questa storia, sei per caso una fan?
«Sì, sono una fan del caffè. Se devo essere onesta, ho già una card d’oro di Starbucks con il mio nome sopra e, nel tempo, tantissimi amici mi hanno regalato un buono Starbucks. Prima del Covid, dopo il lavoro, andavo da Starbucks. Mi sedevo lì e lavoravo quando mia madre non era in casa. Bevevo tantissimo caffè e anche ora vado matta per la cioccolata tedesca con il caffè dentro. Credo possiamo dire che amo il caffè ed è uno dei motivi per cui è uno dei principali elementi della storia».
Gli incubi sono molto importanti in Sleepy Boy, come hai deciso il loro aspetto e come li hai disegnati?
«Soffro di paralisi del sonno da quando sono piccola. È qualcosa che volevo esprimere, perché gli incubi possono assumere qualsiasi forma e quindi potevo decidere io che aspetto avessero. Volevo mostrarli come fantasmi scuri, perché gli incubi non sono uguali per tutti. Hanno sempre una forma diversa che altre persone magari non comprendono. Per questo motivo, alla fine ho deciso di usare solo incubi molto scuri. Credo che così le persone possano rivedere le proprie vite in essi se non hanno una forma e un aspetto specifico».
Sei felice di essere a Lucca e cosa rappresenta per te questa manifestazione?
«Sì amo Lucca, è uno dei miei eventi preferiti in Europa. Mi piace anche girare la parte antica della città. Poi ricordo il mio primo Lucca Comics, stavo camminando per le strade di notte e i bambini con i costumi di Halloween si sono avvicinati a me e ad un piccolo fornaio, pieno di decorazioni. Abbiamo bisogno di strade ed edifici antichi, per me fu perfetto. Mi piace anche passeggiare lungo le mura e – durante Lucca Comics – per raggiungere nuovi stand devi attraversare queste trade bellissime. Le strade principali sono piene, sei costretto a perderti nei vicoli della città e a vedere tanta storia».