Nella parte settentrionale dell’Ungheria – e più precisamente nella contea di Nógrád – sorge Hollókő, un piccolo villaggio inserito dall’UNESCO tra i patrimoni dell’umanità nel 1987. Costruito intorno ad una sola via, nel paese – un vero e proprio villaggio etnografico – il tempo si è infatti fermato (o si potrebbe dire che stia scorrendo nel modo giusto): gli abitanti vivono ancora nelle strutture originarie del villaggio, che hanno ovviamente subito qualche modifica e modernizzazione, pur mantenendo la loro architettura natìa.
La storia di Hollókő risale infatti al XIII secolo e inizia dal Castello che potrete ammirare percorrendo l’affollatissima via del paese. Furono i tartari a gettarne le fondamenta e a far sì che nei dintorni della fortezza nascesse una vera e propria comunità: le casette sono in realtà originarie del XVII secolo e – persino dopo un gravissimo incendio scoppiato nel 1909 – furono ricostruite su modello di quelle originali. L’unica migliorìa fu sostituire i mattoni di fango al legno e le tegole ai tetti di paglia: legno e paglia erano elementi tipici delle costruzioni della nobiltà Palócz che comunque rimase intonsa nelle sue forme architettoniche. L’intera ricostruzione di Hollókő terminò nel 1911 ed è ciò che potrete ammirare (e visitare in alcuni casi) ancora oggi, con il benestare e l’accoglienza dei circa 400 abitanti del villaggio.
LEGGI ANCHE: La Casa della Musica di Budapest e l’idea di foresta musicale di Sou Fujimoto
Hollókő: tradizioni e artigianato
Hollókő è però molto più delle sue case e del suo Castello. Da sempre difficile da raggiungere, una non intenzionale chiusura ha reso il paese un’immagine ferma del secolo scorso. Gli abitanti indossano ancora gli abiti tradizionali, indifferenti all’urbanizzazione delle grandi aree cittadine. Se in passato il mantenimento della tradizione è derivato da cause indipendenti dalla volontà dei suoi cittadini, oggi sono gli stessi abitanti di Hollókő a voler preservare le proprie radici. Difficilmente si spostano a vivere in città e mantengono intatti i propri riti. Dalla gastronomia (potrete assaggiare e acquistare formaggi e prodotti tipici) alla religione e all’artigianato. A Pasqua, ci si veste ancora con gli abiti Palócz.
E poi c’è la leggenda, ombra della stessa Hollókő, che ci ricorda la sua esistenza non appena si entra nel villaggio. Un grosso corvo nero vi darà infatti il benvenuto: del resto, Hollókő significa proprio pietra di corvo. La storia – o meglio, la favola tramandata – narra infatti che il signore del Castello tanto tempo fa rapì la moglie di un vicino. La tata della ragazza – una strega – trasformò dunque i propri figli in corvi. Questi, volando, distrussero il castello pietra dopo pietra. Le pietre rubate furono poi usate per la costruzione di un nuovo castello, con la ragazza finalmente libera.