Dietro le tradizioni che siano natalizie e culinarie, si celano spesso storie e leggende affascinanti, come nel caso delle pettole tarantine.
Si tratta di un piatto tipico della tradizione pugliese che viene realizzato di solito in occasione del giorno di Santa Cecilia, il 22 Novembre. Sono soffici nuvole di pasta fritta, che vengono mangiate calde con una spolverata di zucchero. Esistono anche nella versione salata, con un ripieno di pomodorini, acciughe e capperi.
Secondo la leggenda, le pettole tarantine sono nate per caso per mano di una massaia sbadata. Nel girono di Santa Cecilia, la donna stava preparando la pasta per fare il pane; sentendo il dolce suono degli zampognari, corse a vederli e si dimenticò del pane. La pasta lievitò così più del dovuto e quando la donna si accorse di non poterla utilizzare, non si perse d’animo. Ne staccò delle piccole palline e le fece cuore nell’olio bene caldo.
Quando i suoi figli le assaggiarono le adorarono e chiesero alla madre cosa fossero. Lei rispose “le pettel”; cioè una mini versione della focaccia, che in dialetto si chiama pitta. Visto il successo riscontrato tra i suoi figli, ne preparò un vassoio e lo offrì agli zampognari: in fin dei conti il merito di quel piatto era loro!
Da allora ogni 22 Novembre le strade di Taranto vengono invase dal profumo dei questa leccornia, e segno l’inizio del periodo natalizio.
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