A Firenze sulla facciata di Palazzo Vecchio c’è un graffito raffigurante il volto di un uomo, e la leggenda vuole che a realizzarlo sia stato Michelangelo.
L’importuno: le due leggende che ne narrano la storia
Si narra che il genio del Rinascimento ogni qual volta passava dalla piazza degli Uffizi venisse avvicinato da uno sconosciuto che si lamentava delle sue disgrazie. Un giorno, stanco di essere importunato, facendo finta di ascoltarlo Michelangelo prese i suoi attrezzi e con scalpellino e martello incise il profilo dell’uomo sulla pietra. Sarebbe nato così ‘l’importuno’ che ancora oggi è possibile vedere sulla facciata principale del Palazzo all’angolo con via della Ninna.
Secondo un’altra leggenda, il profilo raffigurerebbe il volto di un uomo condannato a morte o alla gogna pubblica che catturò l’attenzione dell’artista.
Ecco perché il graffito è di Michelangelo
Sulla paternità di questo graffito gli studiosi si dividono, ma secondo quanto scoperto da Adriano Marinazzo, curatore del Muscarelle Museum of Art al College of William and Mary in Virginia, ci potrebbero essere buone probabilità che sia veramente di Michelangelo.
Marinazzo è senza ombra di dubbio un esperto di Michelangelo: fu lui ha ritrovare il primo disegno della Cappella Sistina sul fondo di una pergamena che si trovava nell’archivio di Casa Buonarroti a Firenze. Lo studioso nel preparare una mostra dedicata al Buonarroti, si è imbattuto in uno schizzo del XVI secolo raffigurante il profilo di un uomo che assomiglia moltissimo a quello presente sul bugnato di Palazzo Vecchio. Sul disegno, conservato al Louvre, l’artista ha scritto “Chi dire mai chella f [osse] di mia mano” (Chi direbbe mai che è della mia mano?)”. Questo ha rafforzato la convinzione di Marinazzo e lo ha spinto ad avere coraggio e affermare che l’incisione che si trova a Firenze sia di Michelangelo.
“Mi sono detto che dovevamo essere coraggiosi. Quando si tratta di temi ‘sacri’ come Michelangelo, bisogna essere cauti ma a volte bisogna saper osare”
Adriano Marinazzo
Il volto raffigurerebbe non una persona fastidiosa e sconosciuta, ma l’amico pittore Francesco Granacci tra i membri del comitato che dovevano scegliere il posizionamento della statua del David. La tesi di Marinazzo è stata pubblicata sul numero 379 di Art e Dossier del novembre 2020 con il titolo “Una nuova possible attribuzione a Michelangelo. Il Volto Misterioso“.
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