Il PAFF! di Pordenone – dal 10 marzo 2023 – diventa ufficialmente International Museum of Comic Art: un vero e proprio museo del fumetto, con un’esposizione permanente che vanta la curatela di Luca Raffaelli. Una realtà unica in Italia – sotto la direzione artistica del suo fondatore, Giulio De Vita – che trova analogie, per concept e dimensioni, solo nelle capitali europee. Situato all’interno di Parco Galvani, la villa che ospita il museo, in stile veneto, risale al 1850 ed era un tempo residenza della famiglia di imprenditori della ceramica Galvani. Dal 2018, il PAFF! si è distinto nell’area per l’uso dello strumento divulgativo del fumetto allo scopo di coniugare cultura, formazione, educazione e didattica. La trasformazione in International Museum of Comic Art – se così si può definire – in questo senso è una semplice evoluzione dello stesso concept del contenitore culturale.
PAFF! International Museum of Comic Art: esposizione permanente (ma non solo)
Sostenuto da Regione Friuli Venezia Giulia e da Comune di Pordenone, il PAFF! organizza, promuove e ospita mostre temporanee di importanza nazionale e internazionale dei grandi maestri del fumetto mondiale. La struttura sarà arricchita da una bibliomediateca ed entro la fine dell’anno da un archivio con deposito climatizzato.
Grazie all’esposizione permanente – attraverso un allestimento multimediale e interattivo – ora si potranno ammirare circa 200 tavole originali dei più famosi fumettisti di tutti i tempi. E più di 500 tra schizzi, fogli di sceneggiatura, pubblicazioni storiche e rare, costumi di scena utilizzati in film tratti da fumetti.
All’interno dei 2.200 metri quadrati di spazi espositivi del PAFF!, la collezione permanente si estende su uno dei piani del museo. È suddivisa in nove differenti sezioni e comprende tavole originali di numerosi maestri e disegnatori straordinari come Andrea Pazienza, Art Spiegelman, Benito Jacovitti, Carl Barks, Charles M. Schulz, Chester Gould, Floyd Gottfredson, George McManus, Giorgio Cavazzano, Hugo Pratt, Magnus, Milo Manara, Milton Caniff, Alex Raymond, Will Eisner.
«L’idea di mostra e di museo sposata da Giulio De Vita e dal Paff! è unica e innovativa e permetterà di vivere il fumetto come un mezzo di comunicazione completo e allo stesso tempo capace di interagire con le altre arti. – ha dichiarato Luca Raffaelli – Gli originali ci saranno e, come si vede dalla prestigiosa lista degli autori, sono di altissimo livello. Ma i visitatori li potranno ammirare solo dopo aver osservato le loro riproduzioni».
Il confronto tra tavole originali e riproduzioni
La chiave di lettura – o, più precisamente, di narrazione – del Museo viaggia tra i formati del fumetto. E così il PAFF! diventa l’unico Museo al mondo che pone al centro dell’attenzione il raffronto tra le tavole originali e le riproduzioni, i giornali, gli albi, i libri su cui i fumetti vivono.
Al suo interno sarà dunque possibile ammirare una tavola originale di Vittorio Giardino (una vera rarità) e un’opera di Maus (il premiatissimo fumetto di Art Spiegelman) non inserita nella pubblicazione finale. Per la prima volta, in breve, gli originali vengono accompagnati nell’esposizione e scoperti dal visitatore nelle varie riproduzioni proposte nel corso del tempo.
Alcuni esempi: di una tavola di Felix the Cat di Otto Messmer (datata 1933) è presente la pagina del quotidiano statunitense a colori e la pagina che nel 1937 ha riproposto il Corriere dei Piccoli (emendata dai balloon, come si faceva un tempo). De L’Eternauta (il fumetto di fantascienza del desaparecido argentino Hèctor G. Oesterheld degli anni Cinquanta) è presente il formato orizzontale, anticipato dall’adattamento che ne ha fatto in verticale Ruggero Giovannini per Lanciostory negli anni Settanta. E ancora: una tavola di Carl Barks, l’inventore di Zio Paperone è pubblicata in formati diversi a seconda delle necessità.
Il PAFF! espone infine, in tre teche principali, le opere realizzate da altrettanti grandi artiste. C’è una tavola molto intensa da La gabbia, prestata da Silvia Ziche, un originale dell’artista underground Bambi Kramer e un’opera originale di Persepolis, celeberrimo romanzo a fumetti di Marjane Satrapi.
L’allestimento
Sul piano della tutela e delle particolarità dell’allestimento, il museo rappresenta una novità assoluta nel mondo del fumetto: le tavole sono custodite in mobili che preservano i materiali proteggendoli dai danni della luce. L’effetto è quello di una wunderkammer (stanza delle meraviglie), ma anche di un archivio accessibile al pubblico, che invita all’interazione e alla scoperta.
Per quanto riguarda la parte multimediale, in stretta connessione con le opere presenti nel percorso museale, è interessante sottolineare la presenza di contributi storici provenienti dalla Cineteca di Bologna, dall’Istituto Luce, dalle Teche Rai, dalla RSI (Radio Televisione Svizzera Italiana) e dalla RTS (Radio Televisione Svizzera). Ci sono poi materiali d’archivio e frammenti filmici di ultima uscita. Un esempio è quello tratto da Hugo in Argentina del regista Stefano Knuchel (presentato al Festival di Locarno nel 2022).
Presenti anche opere underground come Tuono di Dario Marani (un ritratto divertente e sincero del fumettista Andrea Paggiaro in arte Tuono Pettinato, scomparso nel 2021) e le pillole di approfondimento sulle diverse sezioni presentate dal curatore della mostra permanente Luca Raffaelli. Infine, da non perdere, le interviste sul Futuro del fumetto (60 secondi per riflettere sulle sorti della nona arte) e quelle della Filiera del fumetto che raccontano le fasi della sua realizzazione.
Foto @ginonardo