Il percorso per arrivare all’Eremo di Poggio Conte è di appena 2 km, ma la destinazione è unica nel suo genere.

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È un luogo misterioso e unico al mondo l’Eremo di Poggio Conte, che appare quasi come inatteso agli occhi di chi sceglie di visitarlo in mezzo alla selvaggia natura della Tuscia. Per raggiungerlo, la camminata è breve ma estremamente affascinante, a metà tra campagne maremmane che costeggiano il fiume Fiora e boschi verdi e lussureggianti. Il paesaggio sembra immutato dai tempi in cui l’Eremo sorse in queste zone, anche se le sue origini sono misteriose quanto la sua presenza.

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Le prime tracce risalgono a un’antica carta del 1027, in cui l’Eremo viene appunto nominato, ma le sue decorazioni pittoriche sono databili più probabilmente intorno ai secoli XII-XIII. Sono anni movimentati per i culti e le religioni, soprattutto nei nostri territori. La Chiesa romana pecca indubbiamente di opulenza e in molti, in tutta risposta, iniziano a preferire pratiche più ascetiche e pure. L’eremo di Poggio Conte sembra rientrare nella categoria di quanti, in quegli anni, preferivano la semplicità e l’adesione a pratiche religiose povere.

Possibile, tuttavia, che la sua storia millenaria abbia reso questo luogo vittima degli eventi e che lo abbia trasformato nel tempo.

Eremo di Poggio Conte

La storia misteriosa dell’Eremo di Poggio Conte

«Stai per entrare in un luogo considerato sacro per millenni. – si legge sul cartello che vi accoglie una volta a destinazione – Quale che sia il tuo credo, aiutaci a rispettarlo e custodirlo, in onore ai misteri che ancora oggi lo avvolgono. Evitiamo schiamazzi, discorsi oziosi o barbecue. Grazie».

Appena arrivati, un grande spiazzo con una cascata accoglie i visitatori in quello che appare effettivamente come un paesaggio che il tempo non è riuscito a contaminare. L’ingresso della chiesa si apre proprio su una parete a strapiombo. Dentro ci sono due locali quadrangolari. Il primo ha una copertura a cupola con pilastri, montanti e capitelli. Il secondo ha una volta a crociera e un’abside con resti di un affresco raffigurante due santi mitrati, forse San Colombano e San Savino.

Da un lato ispirazioni cattoliche, ma dall’altro le due cupole sono ricche di elementi gotici e cistercensi, aggiunti probabilmente in un secondo momento (XIII secolo). Sono del XIII secolo, del resto, anche gli affreschi ritrovati nel primo locale ritraenti i dodici apostoli e il Redentore. Oggi sei affreschi sono esposti al Museo civico archeologico di Ischia di Castro, dopo che altri sei vennero trafugati nel 1964. Nelle immediate vicinanze si possono osservare altri locali scavati nella roccia.

La Chiesa rupestre dell’Eremo

Come arrivare all’Eremo di Poggio Conte

Per raggiungere l’Eremo di Poggio Conte, il Comune di riferimento è Ischia di Castro. L’Eremo non è eccessivamente frequentato, quindi la segnaletica è amatoriale ma molto funzionale. L’importante è trovare subito l’inizio del percorso. Come riferimento, sappiate che va percorsa la Strada dell’Eremo di Poggio Conte, iniziando dal punto in cui incrocia la SP109. C’è uno spiazzo, molto piccolo, in cui è possibile lasciare l’auto.

A quel punto, la strada da percorrere è molto semplice e opportunamente segnalata. Dopo aver raggiunto la Strada dell’Eremo di Poggio Conte, si prosegue fino a una barriera di filo spinato su cui troverete anche il consiglio di fare attenzioni agli animali allo stato brado. Oltre la barriera, infatti, si apre la campagna che costeggia il fiume e qui potrete incontrare mucche e pastori maremmani al lavoro.

Sarà un cartello a segnalarvi di superare il fiume Fiora verso l’Eremo, superando un piccolo ponte di legno che vi accoglierà nei boschi di Ischia di Castro. Qui vi basterà seguire il percorso – fatto di assi di legno e ponticelli – fino alla vostra destinazione.

Il percorso fino all’Eremo di Poggio Conte