Si nasconde nel cuore della Tuscia con tutto il suo esuberante fascino il Bosco monumetale del Sasseto, a cui si accede dai giardini pubblici di Torre Alfina ad Acquapendente. Sul piccolo borgo svetta la torre del castello di età medievale, di proprietà dei Bourbon del Monte fino al 1880. Ma la storia del Bosco è, per lo più, fortemente legata al banchiere ebreo belga Edoardo Cahen d’Anvers, conte e Marchese di Torre Alfina. Fu lui, dopo aver acquistato il castello e i suoi giardini, a ristrutturarli e a dar loro la forma che vediamo oggi.
E – passeggiando per i sentieri tortuosi che il Marchese ha disegnato nel Bosco – appare evidente l’amore di Cahen per questi luoghi. I percorsi da lui tracciati, e ormai largamente inutilizzabili, conducono il visitatore nel cuore di un ambiente ameno e surreale. Non è un caso che il Bosco del Sasseto abbia conquistato Matteo Garrone, che l’ha scelto per girarvi alcune scene de Il Racconto dei Racconti. La particolarità di questo luogo sta infatti nella sua diversità forestale, garantita dall’imperativo netto di non intervenire (umanamente) su piante e biodiversità. Nessun albero viene abbattuto o salvato. E così anche un tronco all’apparenza senza vita può diventare la casa di animali e insetti rari. Chi lavora e custodisce il Bosco ci assicura che la natura, in questo senso, sa sempre sorprenderti.
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A questo spettacolo si aggiungono i massi di colata lavica che, tra l’altro, danno il nome allo stesso Bosco. A testimonianza del periodo in cui su queste terre – secoli fa – sorgeva un vulcano. Alberi, uccelli e massi rendono la passeggiata all’interno del Sasseto unica al mondo. Sembra realmente di entrare in un posto in cui il tempo non scorre mai. In questo, la tragica storia del Marchese Cahen ha tuttavia giocato un ruolo fondamentale: fuggito a causa delle persecuzioni fasciste durante la seconda guerra mondiale, il Marchese lasciò in eredità il Castello al suo maggiordomo che lo mise in vendita poco dopo. L’ultimo proprietario è stato Luciano Gaucci che – come noto – andò incontro al pignoramento delle proprietà dopo il fallimento del Perugia. Oggi il Castello è di proprietà privata, mentre il Bosco è di proprietà del Comune di Acquapendente.
La scelta di non mettere mano alla natura del Sasseto può apparire bizzarra eppure è fatta solo a beneficio del bosco stesso: persino il Mausoleo di Cahen, disegnato dall’architetto Pertini, sorge tra gli alberi quasi nascosto da essi. La sua facciata neo-gotica mostra tutti i segni del tempo ed è ora la casa di foglie e rami, indifferenti – e per fortuna – ai segni di morte.