L’Ungheria non è solo bellezze urbane, Budapest e terme. A dimostrarcelo è bastato un viaggio un po’ più a Nord della capitale, nel Tokaj (Tokaj-Hegyalja, per la precisione), celebre regione vinicola Patrimonio UNESCO. In quest’area viene prodotto il celebre vino Tokaji Aszú, che vanta una storia centenaria e la cui prima testimonianza scritta risale addirittura al 1571. Il Tokaj offre, in breve, un clima favorevole, lunghe passeggiate, assaggi vinicoli e anche imponenti castelli da visitare, che proprio recentemente sono soggetti a un accurato lavoro di restauro e riscoperta.
La regione del Tokaj è di fatto molto vasta: lunga 87 km, comprende 27 paesi e un totale di circa 3000 cantine dislocate su 5748 ettari. Il terreno è fortemente contraddistinto dalla presenza dei fiumi Bodrog e Tibisco: la terra è dunque paludosa e – nel tempo – ha dato vita a sei tipi di vino. Basti pensare che Luigi XIV lo definiva il re dei vini e il vino dei re (vinum regum, rex vinorum), ma tra i suoi ammiratori storici appaiono anche Wolfgang Amadeus Mozart e Johann Wolfgang von Goethe.
Gran parte del turismo di quest’area ruota dunque proprio intorno al vino: dal World Heritage Wine Museum a Tokaj all’Acetánia Ecetmúzeum a Bodrogkeresztúr (un museo dedicato alla produzione dell’aceto) e ancora festival e degustazioni, tutti all’insegna del vino. E poi c’è Hercegkút, un paese talmente caratteristico da valere più di una visita.
Tokaj in Ungheria: le cantine di Hercegkút
Se cercate su internet foto di Hercegkút, sarete sicuramente ricompensati con immagini delle sue particolarissime cantine. Il paesaggio è talmente caratterizzato dalla loro conformazione che viene spesso paragonato a un villaggio Hobbit: un paragone che ne aumenta il fascino turistico, senza tuttavia rendere giustizia al vero valore di queste cantine. Con la loro entrata triangolare ricoperta di erba e vegetazione, le celle si dipanano infatti per chilometri nel terreno sottostante la collina di Gombos.
Ad Hercegkút – paese piccolissimo, in realtà – ne trovate 92 in un’area e 87 nell’area opposta. Ogni famiglia (in totale circa 660 abitanti) ne possiede una e fa del vino e dell’orgoglio per la tradizione vinicola la propria ragione di vita. A creare le cantine, nel 1750, furono alcune famiglie sveve che arrivarono dalla Foresta Nera (tuttora il 70% degli abitanti è di origine sveva) e negli ultimi anni il Comune e la sua popolazione si sono fortemente attivati non solo per riportare alla loro vecchia gloria le cantine, ma anche per migliorare le strade che le circondano. Passeggiando per Hercegkút, la sensazione è proprio quella di trovarsi di fronte a una comunità compatta, unita dall’obiettivo di preservare tradizioni e convivialità. Un’esperienza unica.
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Tokaj, non solo vino
Il vino non è tuttavia l’unica bellezza della regione del Tokaj. Sono tantissimi ad esempio i percorsi disponibili per gli amanti del trekking, molti religiosi vista anhe la presenza di bellissime chiese. Imperdibile la statua del Blessing Christ di Tarcal, la più alta statua di Cristo in Ungheria. E da vedere ci sono poi i Castelli, tra cui il Castello Rákóczi a Sárospatak e il Füzér Castle su Castle Hill (una delle sette meraviglie ungheresi).
Füzér Castle, il Castello di Füzér
Costruito su una rocca, il Füzér Castle è una delle fortezze più spettacolari e antiche di tutto il paese. La prima menzione del Castello risale infatti al 1264: cita un misterioso uomo del clan Kompolt come proprietario, prima che vendesse l’area ad Andrea II. Il periodo più influente del Castello è caratterizzato tuttavia dalla residenza, in questi luoghi, della famiglia Perényi. Siamo nel 1526 e Péter Perényi – una Guardia della Corona – nascose appunto la corona ungherese in questa fortezza affinché gli ottomani non la trovassero. Appena un anno dopo, Perényi la venderà a Ferdinando I, tradendo gli ungheresi in favore dell’Austria. L’ultimo a regnare in questo castello fu Ferenc Bónis: la fortezza fu infatti poi data alle fiamme dal Generale di Kassa.
Il restauro è in parte iniziato tra il 1934 e il 1936 grazie alla famiglia Károlyi, proprietaria del luogo dal 1686. Nel 1990 presero il via ulteriori rimodernamenti, ancora in corso. La curiosità è che l’opera di restauro è più frutto di un esperimento che un lavoro conservativo. Gli architetti si sono basati su dipinti e descrizioni storiche, unendole tuttavia alle proprie idee e a un tocco di contemporaneo. Una ricostruzione più che un’opera di salvataggio. Il castello è comunque visitabile: ne ammirerete la Cappella gotica del 1400, le intere stanze arredate, l’armeria, ma soprattutto la vista dai bastioni sulle montagne Zemplén.
Foto: Visit Hungary/Shutterstock