Viaggi per Under 39, autentici e in gruppo: Carlotta Gaddo ci racconta la realtà di Utravel, che nel 2024 punta all’Italia.

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Dopo il lockdown, il settore dei viaggi ha subito per ovvie ragioni una rapida impennata. Spopolano ormai agenzie e viaggi di gruppo ed è un po’ in questo scenario che si inserisce Utravel, Società Benefit di Alpitour World con una community online di oltre 200.000 giovani. Un progetto con un obiettivo e un target ben preciso: far viaggiare gli Under 39 con la consapevolezza della destinazione che visitano. «Nasciamo nel 2018: eravamo una corporate startup, brand del gruppo Alpitour. – ci dice Carlotta Gaddo, founder di Utravel – Utravel è un progetto interno all’azienda che, all’epoca, mirava a colpire il target degli universitari Under 30. Durante la pandemia, abbiamo usato quel tempo come opportunità per reinventarci. Alla fine del periodo peggiore del lockdown, a marzo 2022, siamo usciti col prodotto club, Naoclub».

Si potrebbe dire che Utravel si basi su tre macro-pilastri che Carlotta riassume con Stay, Connect ed Explore. «Stay perché ci si incontra in giro per il mondo, in una sorta di Erasmus in vacanza. – dice Carlotta – Connect è il bisogno più forte. Questo è emerso quando nel 2021 abbiamo contattato tutti i ragazzi che avevano viaggiato con noi per cogliere da loro i needs e realizzare un prodotto cucito su di loro. Infine Explore perché pensiamo che un viaggio non sia solo un turista che si muove. Un viaggio lo fa anche la destinazione e l’impatto positivo che possiamo lasciare». Da qui le esperienze (o per usare il gergo contemporaneo, le experience), «quello che oggi è il principio fondante dell’essere diventati una società benefit». «I ragazzi e i nostri coach arrivano in loco e si inseriscono nella cultura locale. – dice Carlotta – Cerchiamo e formiamo un guru locale e dei micro-imprenditori che ci possano proporre esperienze iper-autentiche. Noi mettiamo a disposizione le nostre tecnologie e know-how e i partner locali propongono ai ragazzi delle esperienze super-local che difficilmente faresti andando in quel luogo autonomamente».

Utravel, viaggi per Under 39 all’insegna dell’autenticità

Dalla ricerca citata da Carlotta, emerge di fatto proprio un’attenzione sempre maggiore per l’autenticità e l’impatto positivo sulle destinazioni. Il 79% degli intervistati ritiene che in un viaggio sia importante vivere esperienze locali uniche e il 74% dichiara anche che avere un impatto positivo sulla destinazione incide sulla scelta del viaggio. È importante anche sottolineare che ora Utravel ha ampliato il proprio target. Il prodotto Blind resta ed è destinato agli Under 30, ma i viaggi si rivolgono agli Under 39: Gen Z e Millennials, quindi. «Sicuramente noi stessi come team facciamo parte di queste due generazioni. – dice Carlotta Gadda – In primis, sentiamo questi valori calati su noi stessi. Utravel è un’azienda in cui il sistema valoriale è molto sentito e forte. C’era quindi un nostro interesse nel portare a casa un progetto che non fosse solo turismo, ma che avesse un impatto sociale ed economico sulle destinazioni. In alcuni casi è una richiesta del cliente, in altri siamo noi che educhiamo i ragazzi alla loro prima esperienza di viaggio e gli spieghiamo la differenza tra turista e viaggiatore».

La mission non è quindi «solo divertimento e feste. – precisa Carlotta – Ovviamente c’è anche quello, perché parliamo di giovani. C’è tutto. Siamo presenti in tutti i Caraibi e lì le feste fanno parte della cultura e tradizione locale, ma non è solo questo. Insegniamo che andare in un Paradiso tropicale non vuol dire giocare con le stelle marine o che Cuba è particolare e il primo impatto può essere forte per un europeo. Però il nostro coach è lì per raccontare una realtà che è bella così com’è, con i suoi problemi e le sue caratteristiche. Credo che il bello sia che questi ragazzi tornino cambiati e ci dicano Il club è una droga, non posso più farne a meno. È un’esperienza di viaggio, ma anche di vita».

Utravel: l’offerta di viaggio in inverno

Andando più nel pratico, chiediamo a Carlotta dove si viaggia con Utravel in autunno/inverno. Le direttrici sono tre, a iniziare da quella caraibica. «Il Centro America ora è in piena stagionalità. – risponde – Il club è bello perché, a seconda della settimana in cui si viaggia, cambiano le esperienze. A Zanzibar, ad esempio, i locali festeggiano una volta al mese la luna piena. Il coach propone esperienze diverse a seconda delle settimane. Ai Caraibi la stagione va da novembre a aprile, anche climaticamente».

C’è poi l’Africa («un trend incredibile, con il Kenya in cima alle preferenze»). «In Africa abbiamo lavorato tantissimo sui coach local. – spiega Carlotta – In Marocco, Egitto, Kenya e Zanzibar abbiamo coach locali e sono quattro ragazzi fortissimi. Siamo in contatto costante con i nostri coach e abbiamo una persona in team dedicata alla loro formazione che va anche in loco. Devo dire che c’è sempre da migliorare, ma penso che davvero il rating sui club ci stia dicendo che la strada è quella giusta. Abbiamo una fortissima community di repeater». Infine l’Europa, «una versione short dei nostri club e un prodotto che serve per far testare ai ragazzi cosa vuol dire il club in 48 ore. È una bella versione per provare il prodotto, perché spesso se sono soddisfatti vanno a prenotare l’esperienza club più corposa».

Il futuro

E nel futuro di Utravel cosa c’è? «Sicuramente l’internazionalizzazione. – ci dice Carlotta – Ora i clienti sono tutti italiani. Speriamo nel 2024 di avere anche una clientela europea e internazionale. Cosa abbiamo fatto negli ultimi tempi? Siamo alle prese con i bilanci sociali per comprendere le dinamiche di impatto che andiamo a creare in destinazione. Ci sono anche nuove destinazioni, come il Madagascar dove già collaboriamo con realtà locali che sono molto impattanti a livello sociale. C’è, ad esempio, un progetto sull’empowerment femminile. Riapriremo poi il Mediterraneo d’estate».

Infine, Carlotta Gaddo ci rivela l’intenzione di Utravel di aprire in Italia. «Facciamo outgoing – dice – ma ci piacerebbe portare stranieri e italiani in Italia. Dovremmo iniziare da Napoli con una versione short e la Sicilia per un viaggio più lungo, ma ci stiamo lavorando».