Abbiamo incontrato il giovane Aka 7even poco prima di salire sul palco di ‘Buon compleanno Mimì’: la nostra intervista.

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Dopo un’estate a ritmo di Rock’N’Roll, Aka 7even ha calcato un palco davvero speciale per omaggiare una delle interpreti indimenticate della musica italiana. Parliamo di Mia Martini per celebrare la quale, sabato 23 settembre, il giovane artista di Vico Equense ha preso parte all’edizione 2023 di Buon Compleanno Mimì. Sul palco del Teatro Manzoni a Milano, Aka 7even ha portato Cu’ Mme insieme a due brani del suo repertorio, Non piove più e Mi manchi. Abbiamo incontrato Luca poco prima dell’esibizione e ci siamo fatti raccontare qualcosa del suo rapporto con la musica di Mimì ma anche dei progetti in cantiere.

Un artista, un giovane come te, come incontra e come si confronta con il mondo di Mia Martini?

Si confronta in base alle conoscenze che ha, in base a quanto conosce la storia di Mia Martini e a quanto è legato alla musica, soprattutto italiana dell’epoca. Ma c’è da dire che un brano come Cu’Mme, nonostante sia di tanti anni fa, in realtà è estremamente originale nell’arrangiamento e nelle vocalità. I pezzi di Mia Martini sono storia e se ancora oggi si ascoltano è perché non hanno un stagione. Personalmente, poi, neanche ricordo la prima volta che ho ascoltato Mia, credo fossi piccolissimo perché in casa mia si ascoltava tantissima musica italiana e Mimì era una delle artiste più passate.

Aka 7even
Foto da Ufficio Stampa

Come hai accennato, per il palco di Buon compleanno Mimì hai scelto Cu’Mme: come mai proprio questo brano? In cosa ti riconosci?

Beh, mi riconosco proprio nella napoletanità del pezzo, quindi riprendo le mie origini e le porto sul palco. Un verso che emoziona particolarmente? Già quando dice vieni cu’mme: quella frase vale tutto, come a dire ‘ti porto nel mio mondo’. Sovrasta tutto e può racchiudere tante sfaccettature che ognuno può interpretare come vuole. Io la interpreto come ‘vieni che ti faccio sentire protetto’.

E a fare da cornice due tuoi singoli (Non piove più e Mi manchi): come li hai rilavorati anche nei suoni per l’occasione?

In realtà è stato modificato poco l’arrangiamento perché era adattato a prescindere dagli strumenti presenti sul palco. Ho scelto questi due pezzi per una questione di genere che si collega bene al brano di Mia. Per coerenza ecco.

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Che cosa, secondo te, la sensibilità di Mia Martini e la sua generazione di interpreti ma anche di autori può insegnare oggi nella musica e non solo?

Credo l’umiltà, che è una cosa molto importante. Se andiamo a scavare in quegli anni, ci possiamo accorgere come la maggior parte degli artisti avesse un’umiltà enorme. Si sentivano persone qualunque perché effettivamente l’artista è una persona qualunque. Ma credo anche che possano insegnare tanto per quanto riguarda i testi di oggi. È un bel tassello da segnare.

Che stagione estiva hai vissuto? E cosa ti aspetta ora?

È stata un’estate bella frenetica! Ho avuto un tour bello pieno di cui sono molto felice. Sono contento del percorso che sto facendo e ci saranno tante altre novità… Non vedo l’ora!

Se dal palco di Buon compleanno Mimì volassimo a quello di Sanremo, qual è la prima polaroid che ti viene in mente oggi? Ti piacerebbe tornare al festival?

Uh, la prima polaroid che mi viene in mente probabilmente è la partecipazione con Arisa che è stata incredibile nella serata delle cover. Arisa è stata incredibile e ancora oggi ho in testa quel momento per l’emozione che mi ha dato. Se dovesse arrivare il pezzo giusto sono il primo a farmi avanti però devo sentirlo perché è una cosa che parte sempre da dentro.

Foto da Ufficio Stampa