La prima collaborazione risale al 1980, l’ultima è il tour del 2016. Nel mezzo una sintonia artistica lunga una vita intera che ritrova corpo e voce nell’album ‘Eri con me’, progetto in CD e doppio vinile per ARECIBO/BMG. Alice ancora una volta si fa interprete, anzi come dice lei stessa, strumento del messaggio e dell’opera di Franco Battiato. Sedici le tracce selezionate per questo lavoro, registrato in studio con Carlo Guaitoli (pianoforte, direzione) e I Solisti Filarmonici Italiani.
“Il titolo e la copertina, per cui devo dire grazie a Francesco Messina che ha scattato la foto a tradimento mentre ero a casa e annaffiavo le piante, esprimono il senso di tutto”, esordisce Alice spiegando il lavoro. “Queste sedici canzoni sono il frutto di un percorso iniziato molto tempo fa; era, infatti, il 1980 quando Franco e io abbiamo iniziato la nostra collaborazione. E sono state varie le fasi artistiche in cui mi sono ricollegata a lui, mossa dal piacere e dal desiderio di cantarlo”.
“Quello di Franco è un repertorio meraviglioso ma enorme”, prosegue Alice. “Quindi ho scelto queste tracce in base a ciò a cui sento di poter aderire pienamente e in relazione ai miei limiti e possibilità canore”.
“Soprattutto, mi preme dire – aggiunge – che il mio desiderio è di essere strumento di ciò che Franco ha trasmesso musicalmente e che lui stesso ha veicolato coscientemente. Per me è un aspetto fondamentale di questo progetto che è nato live, grazie a un anno e mezzo di concerti. Ciò che Battiato ci ha lasciato è un bene prezioso che va innaffiato, alimentato, va tenuto sempre vivo per quanto non ce ne sia bisogno perché ci sono i suoi dischi, quadri e film a parlare per lui. Dentro ci ha davvero ha messo tutto se stesso: cultura, pensiero, sentimento e talento di ‘uomo musica’”.
La scelte delle canzoni e l’adesione al messaggio di Franco Battiato
A proposito della tracklist di ‘Eri con me’, Alice racconta cosa l’abbia guidata nella selezione. “Ho scelto queste sedici canzoni guidata da un senso di aderenza totale a quello che mi accingevo a comunicare, proprio come se fossi uno strumento. Insieme a tutto il team, abbiamo cercato di affinare e approfondire il lavoro strada facendo ed è stato anche un modo per conoscere meglio Franco. Mi ha dato modo di cogliere anche sfumature e aspetti che prima non avevo colto. Ha messo tantissimo nelle sue canzoni in una maniera nascosta, non parlava mai in prima persona”.
“Non è solo ascoltandolo, ma anche cantandolo che si può percepire il messaggio profondo di Battiato, è difficile a esprimersi”, dice Alice. “Certamente oggi riesco a sentire meglio tutta la profondità e la sofferenza che lui non ha mai manifestato neppure nei momenti peggiori”.
E ancora: “La mia scelta è caduta su certe canzoni e non altre perché a me interessava il tipo di comunicazione che Franco ha voluto trasmettere. Siamo schiacciati da un mondo che ci prosciuga e che alimenta la violenza, l’arroganza e il ben per sé dimenticandosi dell’altro. È vero che l’essere umano ha fatto progressi straordinari a livello scientifico e tecnologico ma su un altro piano, purtroppo, siamo ancora molto indietro. Quello che Franco ha portato costantemente è stata proprio la qualità, la conoscenza e l’esperienza relative a ciò che più contava per lui. Ovvero sottolineare che ognuno di noi è in evoluzione anche spiritale, non soltanto materiale”.
E, allora, cosa si può fare? “La speranza va alimentata ma deve essere una speranza cosciente, supportata da un desiderio consapevole individuale di cambiamento. Non ci sarà il cambiamento collettivo e politico che auspichiamo se prima non cambiamo noi stessi. Viviamo in una società che alimenta il piano dell’orizzontale ma dobbiamo ascoltare anche la nostra richiesta interiore che arde come una fiammella e si manifesta nelle forme più disparate. C’è stata una cristallizzazione su un certo piano… ma dobbiamo sfondare il muro legato al quotidiano e trovare spazi per se stessi”.
“Il disco si conclude con Torneremo ancora, canzone che non ero certa di inserire per il rispetto profondo verso Franco e la sua versione, quasi a filo di voce”, svela quindi Alice. “Mi ci sono avvicinata con rispetto profondissimo e con un timore quasi reverenziale ma la portata del messaggio ha quasi imposto la sua presenza”.
E spulciando fra i brani, La cura non manca di imporsi all’attenzione e Alice ricorda perfettamente il primo ascolto, al telefono con Franco Battiato. “Fu qualcosa di talmente potente che resta un momento indimenticabile, non mi aspettavo di poter ascoltare un provino che in pratica era identico al disco. È stato un momento pazzesco, mi commossi e dissi subito a Franco che quello era un capolavoro. La cura è una canzone che ha un valore assoluto perché l’amore di cui parla è quello più elevato che l’essere umano può provare”.
“Amore – prosegue – è una parola a cui ognuno di noi dà un significato in base al proprio sentire e alla propria esperienza, ma si manifesta su diversi piani esistenziali. C’è l’amore orizzontale e c’è l’Amore verticale. Ma una vera distinzione perché l’amore è uno, ci dà vita e ci comprende. Franco, nella sua vita, ha trasmesso amore a tutti i livelli senza mai fare la parola ‘amore’ nelle sue canzoni, se non in rarissimi casi come ne Le nostre anime e La stagione dell’amore”.
“Non avrei mai immaginato di poter vivere musicalmente per cinquant’anni e sono molto fortunata per quello che la vita mi ha dato”, conclude Alice. “Mi ha regalato tanto. È stato molto faticoso ma ho avuto aiutanti straordinari nel mio cammino, da sola non sarei andata da nessuna parte e le collaborazioni sono state fondamentali. E senza Franco, probabilmente, avrei smesso di cantare perché non riuscivo a realizzare quello che sentivo. Non ho mai potuto cantare brani a cui non aderisco o che sono lontani dal mio mondo. Da giovane, poi, non sapevo bene cosa volevo ma sapevo cosa non volevo. Di sicuro questo lavoro c’è grazie a Franco e questo album è per lui”.
Foto di Cristina Paesani e Flavio Francescangeli da Ufficio Stampa P&D / Kikapress